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lunedì 7 novembre 2011

542 - OTTO PÉREZ MOLINA, UN GENERALE PER IL GUATEMALA

Tre decenni dopo i regimi militari che governarono il Guatemala, un altro generale - ritirato - arriva alla Presidenza dal paese. Ora, per via democratica.
Otto Pérez Molina, Partito Patriota, 54%, vincitore delle elezioni di fronte all'imprenditore Manuel Baldizón (Lider ) 46%, era nel campo di battaglia durante gli anni più cruenti del conflitto armato interno.
Firmò gli accordi di pace nel 1996 ed tra alcuni mesi si trasferirà nell’ufficio presidenziale.
Ma ad alcuni non è necessario attendere che prenda possesso in gennaio: temono già che la sua politica di "mano dura" contro il crimine si estenda anche a coloro che l'affrontarono durante la guerra civile.
"Anninentò" i maya
L'attivista indigena ed ex candidata presidenziale Rigoberta Menchú è stata una delle maggiori oppositrici al presidente eletto, che accusa direttamente di "annientare le comunità maya" del Guatemala. Ma la sua alleanza elettorale con l'avvocato Baldizón per frenare il suo concorrente non ha avuto successo.
La cosa certa è che da quando si è ritirato dell'esercito 11 anni fa, Pérez Molina è stato segnalato per la sua partecipazione nell'esercito, prima come maggiore e dopo come Direttore dell’Intelligence Nazionale.
In un'intervista recente con BBC Mundo respinse le accuse di violazione di diritti umani presentate da attivisti locali ed organizzazioni non governative negli Stati Uniti, che sollecitarono il Delegato contro la Tortura delle Nazioni Unite ad investigare il ruolo di Pérez Molina durante la guerra civile.
“Sono state segnalazioni di gruppi molto piccoli che non sono stati capaci di presentare nessuna prova o vincere nessun giudizio. Ed ora vogliono alzare il fantasma che ci furono violazioni di diritti umani, che ne fui coinvolto… ", ha assicurato durante la campagna elettorale.
"Fallimento" dei civili
Benché il futuro presidente prometta unità e riconciliazione, preferisce non parlare apertamente del suo passato.
Dato il suo protagonismo nella politica nazionale da anni - cercò già di arrivare alla Presidenza quattro anni fa, ma fu sconfitto da Álvaro Colom - sono poche le occasioni nelle quali al "generale", come tutti lo conoscono, si è contestati i sui suoi anni nell'esercito.
Ma ora che raggiunge la più alta carica del suo paese tutti si fanno domande. Servirà a qualcosa avere un ex generale per frenare il crimine? Che cosa rappresenta il ritorno di una persona di formazione militare al potere in America Centrale?
Da una parte, il suo trionfo significa che "i politici civili non sono stati capaci di risolvere i problemi strategici del paese: sicurezza, impiego e modello di sviluppo", assicura a BBC Mundo l'accademico Edmundo Urrutia, della Facoltà Latinoamericana di Scienze Sociali (FLACSO).
"Dall’altro - dice l'analista - la sensazione che si percepisce nei gruppi di sinistra è che per loro saranno chiuse le porte e perfino c’è chi parla di persecuzione. Credono che con Pérez Molina sia finita la primavera che hanno goduto con Álvaro Colom, benché coi possa essere sempre qualche sorpresa", afferma.
Riconciliazione
Ci sono alcune misure che il nuovo presidente potrebbe prendere per conquistarsi la fiducia dei suoi rivali, segnala l'esperto.
Tra esse, il l’allontanamento dei capitali tradizionali, appoggiare una riforma fiscale o mantenere al suo posto all'attuale capo del Ministero Pubblico.
In effetti, una delle grandi aspettative che si presentano al governo di Pérez Molina sarà vedere se, come ha affermato, renderà possibile la continuità dell’incarico di Claudia Paz y Paz, pubblico ministero generale che ha intrapreso una persecuzione senza precedenti dei crimini di lesa umanità commessi dai militari durante il conflitto interno.
Un sintomo che il Guatemala si è riconciliato con il passato sarebbe, secondo alcuni analisti, vedere il prossimo ministro dell’Interno collaborare con la stessa Claudia Paz che, per esempio, vuole processare per genocidio a un ex capo di Stato maggiore dell'Esercito.
"Disciplina e responsabilità"
Può essere che quel momento non tardi tanto ad arrivare.
"Lungi da essere un demerito che Pérez Molina sia di estrazione militare, credo che può apportare moltissimo al paese", dice a BBC Mundo Jorge Briz Abularach, presidente della Camera di Commercio del Guatemala ed ex ministro degli Affari Esteri.
Secondo Briz, "per i guatemaltechi l'esercito è un'istituzione che gode di stima, e che ha risposto agli impegni costituzionali."
"I militari conoscono la nostra realtà, le nostre gravi carenze e le nostre opportunità. Sono persone che agiscono con disciplina e responsabilità, che possono apportare risoluzioni immediate ai gravi problemi di sicurezza che vive il paese", sostiene.
Otto Pérez Molina dovrà chiarire questi dubbi quando prenda possesso tra tre mesi. E promette che, allora, i cambiamenti che genererà il suo governo si noteranno in pochi giorni.
Per il momento, nei suoi primi discorsi il candidato vincitore, "il generale" parla solo del futuro.
Per i suoi seguaci quello è esempio di maturità e riconciliazione nazionale. Per i suoi rivali, sintomo che una parte del Guatemala preferisce dimenticare.
Ignacio de los Reyes, BBC Mundo, 07/11/2011