mercoledì 29 giugno 2011
480 - MONS. RAMAZZINI E LE ELEZIONI
Noi vescovi abbiamo chiesto che la gente voti con responsabilità, con serietà, che si informi molto bene, che coloro che non sono ancora iscritti al registro elettorale si iscrivano, perché senza questo non possono votare. Che conoscano molto bene il profilo dei candidati. Da parte della diocesi stiamo già facendo degli incontri per orientare le nostre comunità come si deve votare. Non diciamo per chi votare, questa è una decisione libera, però vogliamo mettere in evidenza quali in realtà sono i profili dei candidati, che tipo di presidente ha bisogno il Guatemala, di fronte alla situazione in cui viviamo, che tipo di deputati abbiamo bisogno, perché in questo modo il voto sia ragionato, sia responsabile, e che non ci siano inganni, menzogne, o promesse che poi non si realizzano.
Monsignore, che ruolo politico ha la chiesa cattolica in questo momento?
Da parte dei laici c’è la responsabilità di votare, perché sono chiesa cattolica, e soprattutto di stare in partiti che dove non ci sono azioni politiche che contraddicano i principi della chiesa, per esempio un cristiano responsabile non può integrarsi in un partito che propugna la pena di morte, e questo non lo dico contro il candidato che lo sta dicendo, ma semplicemente perché è un fatto.
Un cristiano non può stare in un partito che continua a privilegiare programmi di sviluppo a favore della minoranza ricca di questo paese, dimenticandosi della grande maggioranza povera, un cristiano non può impegnarsi in azioni politiche nelle quali l’unico che cerca è l’interesse personale avere un posto, guadagnare uno stipendio molto buono al posto di cercare il bene comune della maggioranze impoverite.
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La chiesa spera in un cambio per il paese?
Noi vorremmo che i cattolici si assumessero le loro responsabilità e che realmente scelgano dei candidati che realmente aiutino il paese a uscire da questo quasi caos in cui ci troviamo. Dico così, sto esagerando, ma sto esagerando per fare vedere che il paese davvero sta perdendo la sua meta, non ha dei leader che lo guidano verso orizzonti di tranquillità e di benessere per tutti.
479 - MAGGIO "MESE PIÙ VIOLENTO E SANGUINOSO"
Il Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM) ha divulgato il giorno 16, la "Relazione sulla situazione dei diritti umani in Guatemala e sui fatti di violenza nel mese di maggio 2011". Il documento mostra che la violenza è cresciuta nel paese del 23%, in relazione a maggio 2010 e del 24% rispetto al passato mese di aprile. Anche l'organizzazione ha sottolineato l'aumento della violenza e della crudeltà nei crimini commessi.
Nei cinque primi mesi del 2011, il Guatemala ha registrato 1.461 morti violente. Tra le vittime, 1.231 uomini, 199 donne, sei bambine e 25 bambini. Solamente nel mese di maggio, sono avvenute 326 morti violente. Tra gennaio e maggio 2010, ci sono state 1.409 morti violente. Il totale di feriti è stato di 612.
"è facile dare i numeri, ma sono vite umane, sono persone che avevano famiglia e sogni, ma a conseguenza della violenza che si vive attualmente, questi sono stati spezzati", ha lamentato il GAM.
Tra le donne, ci sono state 221 morti fino a maggio 2011, un 23% percento maggiore dell'anno precedente. Del totale indicato, 27 sono state uccise nei massacri, 16 furono trovate con segni di tortura, 11 sono state squartate e 127 sono rimaste ferite.
"Chiaramente può notarsi che il numero di donne morte violentemente è molto aumentato, senza che le autorità possano compiere azioni che contribuiscano a diminuire, non solo le morti oltre all'accanimento e alla crudeltà con cui sono trattate", puntualizza la relazione.
L’85% dei crimini sono stati commessi con armi, nonostante le leggi proibiscano di portare armi illegali nel paese. In relazione ai massacri, il testo del GAM considera il mese di gennaio 2011 come il più violento, con 108 vittime, mentre maggio è il secondo mese più violento con 93.
In questi due mesi, sono avvenuti, rispettivamente, l'attacco ad un autobus nella Zona 7, che ha provocato 27 vittime, ed il massacro in Petén, nel quale 29 contadini furono squartati, morti innocenti, vittime del traffico di droga. Per il GAM, il massacro del Petén ha fatto di maggio il "mese violento, e il più sanguinoso del decennio".
Fino a maggio, 55 persone sono state torturate e ci sono stati 70 attacchi in motocicletta, con l’assassinio di 154 persone. I dipartimenti che registrano più crimini sono la capitale, Città Guatemala, con 356 vittime, seguito da Villa Nueva e Mixco, ambedue con 88 vittime.
Un'altra preoccupazione del Gruppo di Appoggio Mutuo è in riferimento all'aumento del numero di commercianti assassinati. Solo in questo anno sono già 55, cosa che il GAM considera allarmante. Al secondo posto vi è la categoria dei motociclisti del trasporto collettivo, una situazione che si trascina dall'anno 2006, senza che nessun responsabile sia stato punito, secondo il documento.
Per il GAM, il paese vive una "guerra", con un scenario di violenza e non rispetto dei diritti umani paragonabile a quello del conflitto armato interno (1960-1996). La soluzione potrebbe sorgere a partire dal "impegno delle istituzioni incaricate di impartire sicurezza, ma anche della trasparenza con la quale si portano avanti tutti i processi giudiziali, e quindi sarebbe compreso anche il Ministero Pubblico, che è l'ente incaricato di realizzare l'investigazione di ognuno dei casi."
Adital, 20/06/2011
478 - INFORME CARACTERIZA MAYO COMO EL MES “MÁS VIOLENTO Y SANGRIENTO”
El Grupo de Apoyo Mutuo (GAM) divulgó, el día 16, el "Informe sobre la situación de los derechos humanos en Guatemala y los hechos de violencia en el mes de mayo de 2011” . El documento muestra que la violencia creció en el país un 23%, en relación a mayo de 2010 y 24% con respecto al pasado mes de abril. La organización también destacó el aumento de la ira y crueldades en los crímenes cometidos.
En los cinco primeros meses de 2011, Guatemala registró 1.461 muertes violentas. Entre las víctimas, 1.231 hombres, 199 mujeres, seis niñas y 25 niños. Solamente en el mes de mayo, ocurrieron 326 muertes violentas. Entre enero y mayo de 2010, hubo 1,409 muertes violentas. El total de heridos fue de 612.
"El número se dice fácil, pero, son vidas humanas, son personas que tenían familia y sueños que cumplir, pero a consecuencia de la violencia que se vive actualmente, estos fueron truncados”, lamentó el GAM.
Entre las mujeres, hubo 221 muertes hasta mayo de 2011, número 23% mayor que el año anterior. Del total indicado, 27 fueron muertas en masacres, 16 fueron encontradas con señales de tortura, 11 fueron descuartizadas y 127 quedaron heridas.
"Claramente se puede notar que el número de mujeres muertas violentamente ha aumentado grandemente, sin que las autoridades puedan realizar acciones que contribuyan a disminuir, no solo las muertes sino la saña y crueldad con que estas son tratadas”, puntualiza el informe.
85% de los crímenes fueron cometidos con armas de fuego, a pesar que las leyes prohíben la portación de armas ilegales en el país. Con relación a las masacres, el informe considera al mes de enero 2011 como el más violento, con 108 víctimas, mientras mayo, es el segundo mes más violento, con 93.
En estos dos meses, ocurrieron, respectivamente, el ataque a un autobús en la Zona 7, que provocó 27 víctimas, y la masacre de El Petén, en la que 29 campesinos fueron descuartizados, muriendo inocentemente, víctimas del tráfico. Para el GAM, la masacre del "El Petén' hizo de mayo el "mes violento, sino el más sangriento de la década”.
Hasta este mes de mayo, 55 personas fueron torturadas y hubo 70 ataques en moto, victimando a 154 personas. Los departamentos que registran más crímenes fueron la capital, Ciudad Guatemala, con 356 víctimas, seguido de Villa Nueva y Mixco, ambos con 88 víctimas.
Otra preocupación del Grupo de Apoyo Mutuo es en referencia al aumento del número de comerciantes asesinados. Sólo en este año ya suman 55, lo que el GAM considera alarmante. En segundo lugar está la categoría de motoristas de transporte colectivo, una situación que se arrastra desde el año 2006, sin que ningún responsable haya sido castigado, según el documento.
Para el GAM, el país vive una "guerra”, con un escenario de violencia e irrespeto a los derechos humanos comparable al del conflicto armado interno (1960-1996). La solución podría surgir a partir del "compromiso de las instituciones encargadas de impartir seguridad, pero también de la transparencia con que se manejen todos los procesos judiciales, es decir que también estaría involucrado el Ministerio Público que es el ente encargado de realizar la investigación de cada uno de los casos”.
Adital, 20/06/2011
sabato 25 giugno 2011
477 - RICORDO DELLE VITTIME SCOMPARSE DURANTE CONFLITTO ARMATO
“Continuiamo ad aspettarli”. Questa è la frase che madri, genitori, sorelle e fratelli, figlie e figli ed amici, vogliono esprimere ai desaparecidos in Guatemala. Oggi (21 giugno), Giornata Nazionale contro la Sparizione Forzata, organizzazioni sociali e difensori dei diritti umani nel paese realizzano delle attività chiedendo giustizia e ricordando i 45.000 desaparecidos in Guatemala durante il conflitto armato interno (1960-1996).
Le attività sono iniziate il passato sabato (18 giungo), con la produzione di un mosaico e la proiezione di documentari sui genocidi avvenuti nel paese. Il giorno 21 giugno è iniziato con un'esposizione di fotografie di fronte al Congresso Nazionale del Guatemala. L'azione, organizzata dal Settore giuridico del Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), ha avuto come oggetto la celebrazione della Giornata Nazionale contro la sparizione forzata e la richiesta di giustizia nei confronti delle vittime dei crimini.
Al pomeriggio, membri del Coordinamento ‘Genocidio Mai più' e familiari dei desaparecidos si sono riuniti nel Parco Centrale della capitale, per lanciare palloncini come segno che hanno ancora speranza di trovare i parenti scomparsi. Anche nel pomeriggio, membri dell'organizzazione ‘Figli del Guatemala', percorreranno diversi punti della città per collocare dei poster in memoria "degli eroi e dei martiri."
Le azioni proseguono fino al giorno 30, con la realizzazione di murales, camminate e presentazioni artistiche in omaggio alle vittime della repressione dello Stato. Le notizie delle organizzazioni sociali rivelano che il conflitto armato interno avvenuto tra il 1960 e il 1996 in Guatemala, ha lasciato un saldo di 45.000 scomparsi, oltre ad un milione di sfollati e 250.000 vittime.
Giornata Nazionale contro la Sparizione Forzata
Oltre a 45.000 vittime di scomparsa forzata durante i 36 anni di conflitto armando interno in Guatemala, la Giornata Nazionale contro la Sparizione Forzata ricorda anche il caso dei 27 sindacalisti rapiti il 21 giugno 1980, nella sede della Centrale Nazionale dei Lavoratori (CTN).
A 31 anni del sequestro, i 27 leader non sono ancora stati ritrovati ed i responsabili di quel crimine sono ancora impuniti. Secondo varie organizzazioni sociali, non sono state condotte indagini né riparazione ai parenti delle vittime.
Per ricordare il crimine, il Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), ha iniziato nel 1990, una convocazione per stabilire un giorno che servisse per incrementare la lotta contro il delitto di scomparsa forzata e richiamare l'attenzione sull'importanza che quei crimini non siano dimenticati. Nel giugno 2004, come risultato della pressione sociale, il Congresso del Guatemala ha stabilito il 21 giugno come “Giornata Nazionale contro la Sparizione Forzata."
Adital, 21/06/2011
476 - ACCIONES RECUERDAN A VÍCTIMAS DE DESAPARECIMIENTO DURANTE CONFLICTO ARMADO
"Les seguimos esperando”. Esta es la frase que madres, padres, hermanas y hermanos, hijas e hijos y amigos/as, quieren expresar a los desaparecidos/as en Guatemala. Hoy (21), Día Nacional contra la Desaparición Forzada, organizaciones sociales y defensores de los derechos humanos en el país realizan actividades exigiendo justicia y recordando a los y las 45 mil desaparecidos/as en Guatemala, durante el conflicto Armado Interno (1960-1996).
Las actividades comenzaron el pasado sábado (18), con la producción de un mosaico y la proyección de documentales sobre los genocidios ocurridos en el país. El día de hoy comenzó con una exposición de fotografías frente al Congreso Nacional de Guatemala. La acción, organizada por el área jurídica del Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), tuvo como objetivo celebrar el Día Nacional contra la desaparición forzosa y pedir justicia para con las víctimas de los crímenes.
Por la tarde, integrantes de la Coordinación ‘Genocidio Nunca Más' y familiares de desaparecidos/as se reunirán en el Parque Central de la capital, para lanzar globos como señal de que todavía tienen esperanzas de encontrar a los parientes desaparecidos. También esta tarde, integrantes de la organización ‘Hijos de Guatemala', recorrerán diversos puntos de la ciudad para poner afiches en memoria de "los héroes y mártires”.
Las acciones prosiguen hasta el día 30, con producción de murales, marchas y presentaciones artísticas en homenaje a las víctimas de la represión del Estado. Informaciones de organizaciones sociales revelan que el Conflicto Armado Interno vivido entre 1960-1996 en Guatemala, dejó un saldo de 45 mil desaparecidos forzados, además de un millón de desplazados y 250 mil víctimas.
Día Nacional contra la Desaparición Forzada
Además de 45 mil víctimas de desaparecimiento forzado durante los 36 años de Conflicto Armando Interno en Guatemala, el día Nacional contra la Desaparición Forzada recuerda el caso de los 27 sindicalistas secuestrados el 21 de junio de 1980, en la sede de la Central Nacional de Trabajadores (CTN).
A 31 años del secuestro, los 27 líderes continúan desaparecidos y los responsables de ese crimen, continúan impunes. Según varias organizaciones sociales, no hubo investigaciones, ni reparación a los familiares de las víctimas.
Para recordar el crimen, el Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), inicio en 1990, un llamado para establecer un día, que sirviera para reforzar la lucha contra los desaparecimientos forzados y llamar la atención sobre la importancia de que ese crimen no sea olvidado. En junio de 2004, como resultado de la presión social, el Congreso de Guatemala estableció el 21 de junio como "Día Nacional contra la Desaparición Forzada”.
Adital, 21/06/2011
mercoledì 22 giugno 2011
475 - PRIMA CATTURA PER DELITTO DI GENOCIDIO IN GUATEMALA
La Procura dei Diritti umani accusa l'ex generale Héctor Mario López Fuentes, ex Capo di Stato maggiore della Difesa (1 settembre 1982 - 8 agosto 1983), di essere il principale responsabile di oltre 10.000 assassini, 9.000 trasferimenti forzati e violazioni contro donne dell'area Ixil, crimini avvenuti dal marzo 1982 ad ottobre 1983.
Secondo il pubblico ministero del caso, Manuel Vásquez, i crimini ebbero luogo nell’esecuzione dei piani Sofia (Victoria 82 e Firmeza 83), che furono creati resi operativi durante il comando di López Fuentes in qualità di Capo di Stato della Difesa del periodo del governo di facto di Efraín Ríos Montt. Questi piani sono stati attuati in Quiché, Huehuetenango, Quetzaltenango, San Marcos, Sololá, Petén, Alta e Baja Verapaz.
López Fuentes, militare in congedo di 81 anni, è stato fermato nella sua residenza ubicata nella Colonia Lourdes, zona 17; a seguito dell'ordine di trasmessa ieri dal giudice Carol Flores. L'accusa penale è per genocidio, delitti contro l'umanità e sparizione forzata.
Nella causa aperta dal 1999, si specifica che, in uno dei casi, almeno 53 persone sono state assassinate e seppellite in fosse clandestine nel villaggio Chel, Xesayi e Xaxmoxa, Chajul (Quiché), dall’aprile 1983 ad ottobre di quello stesso anno.
Tra le prove, la Procura conta sulla denuncia presentata il 16 febbraio 1999 da Gaspar Ijom Pacheco e testimonianze di vittime, tra queste Francisco Sánchez Ijom.
Si presentano anche come prove le relazioni della Commissione per il Chiarimento Storico (CEH); la Relazione per il Recupero della Memoria Storica (Remhi), e perizie di antropologi che hanno realizzato circa 80 esumazioni.
La famiglia di López Fuentes ha segnalato che l’imputato ha il cancro alla prostata, per questo ha chiesto il trasferimento in un ospedale. Secondo la Relazione per Recupero della Memoria Storica (Remhi), elaborato dal vescovo Juan José Gerardi, per commettere le azioni contro la popolazione, l'intelligence militare aveva a disposizione approssimativamente 28.000 comisionados autorizzati a portare armi e raccogliere informazioni dalla popolazione.
Centro de Estudios de Guatemala 14-20 giugno 2011.
474 - PRIMERA CAPTURA POR DELITO DE GENOCIDIO EN GUATEMALA
La Fiscalía de Derechos Humanos acusa al exgeneral Héctor Mario López Fuentes, al exJefe del Estado Mayor de la Defensa (1 de septiembre de 1982 a 8 de agosto de 1983), de ser el principal responsable de más de 10 mil asesinatos, 9 mil desplazamientos y violaciones contra mujeres del área Ixil, crímenes ocurridos en marzo de 1982 a octubre de 1983.
Según el fiscal del caso, Manuel Vásquez, los crímenes ocurrieron al ejecutar los planes Sofía, Victoria 82 y Firmeza 83 que fueron creados y ejecutados durante el mando de López Fuentes como Jefe del Estado de la Defensa del período de facto de Efraín Ríos Montt. Dichos planes fueron ejecutados en Quiché, Huehuetenango, Quetzaltenango, San Marcos, Sololá, Petén, Alta y Baja Verapaz.
López Fuentes, militar retirado, de 81 años, fue detenido en su residencia ubicada en colonia Lourdes, zona 17; luego de la orden de captura girada ayer por la juez Carol Flores. La sindicación penal es por genocidio, delitos de deberes contra la humanidad y desaparición forzada.
En el expediente de acusación abierto, desde 1999, se detalla que en uno de los casos por lo menos 53 personas fueron asesinadas y sepultadas en fosas clandestinas en la aldea Chel, Xesayi y Xaxmoxa, Chajul, Quiché, de abril de 1983 a octubre de ese mismo año.
Entre las evidencias, la Fiscalía cuenta con la denuncia presentada el 16 de febrero de 1999 por Gaspar Ijom Pacheco y testimonios de víctimas, entre estos el de Francisco Sánchez Ijom.
También se presentan como evidencias informes de la Comisión para el Esclarecimiento Histórico (CEH); Informe de la Recuperación de la Memoria Histórica (Remhi) y peritajes de antropólogos que realizaron alrededor de 80 exhumaciones.
La familia de López Fuentes señaló que el sindicado tiene cáncer de próstata por lo que pidió el traslado a un hospital. De acuerdo con el Informe de la Recuperación de la Memoria Histórica (Remhi), elaborado por el obispo Juan José Gerardi, para cometer las acciones contra la población, la inteligencia militar contaba con aproximadamente 28 mil comisionados autorizados para portar armas y recoger información de la población.
Centro de Estudios de Guatemala 14-20 junio 2011.
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lunedì 20 giugno 2011
473 - PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE “DAL SILENZIO ALLA "MEMORIA"
“Dal silenzio alla memoria”, una relazione di oltre 500 pagine che ha presentato l'Archivio Storico della Polizia Nazionale (AHPN), rivela, tra altre cose, le legami di comando e le strutture della Polizia Nazionale durante gli anni di maggiore repressione del conflitto armato, la sua subordinazione all'Esercito, la partecipazione degli Stati Uniti e sette casi paradigmatici, come gli assassini del leader studentesco Oliverio Castañeda, del politico Manuel Colom Argueta o il leader contadino Atanasio Zotz Coy.
La maggioranza di questa informazione fu "censurata" due anni fa della prima relazione, ha spiegato il coordinatore generale dell'AHPN, Gustavo Meoño, che ha enfatizzato il rigore scientifico e tecnico dell'investigazione.
"La gente giovane non ha idea che fa solo alcuni anni, alcuni erano perseguitati ed altri erano uccisi", ha detto Calos Guzmán-Böckler, membro del Consiglio Consultivo Nazionale, durante la consegna "al popolo del Guatemala" di questa relazione, nel Museo dell'Università di San Carlos (Musac).
Guzmán-Böckler ha sottolineato l'importanza di questi documenti "non solo per arricchire la conoscenza, bensì per ricorrere ai tribunali di giustizia."
Era presente anche la direttrice del National Security Archive e membro del Consiglio Consultivo Internazionale dell'Archivio, Kate Doyle. "Uno dei problemi più spinosi che ha avuto la Commissione per il Chiarimento è stata la mancanza di informazioni ufficiali del Governo, dell'Esercito, e del loro complice e subordinato, la Polizia Nazionale", ha spiegato Doyle, in riferimento al gran contributo che l'archivio della PN, grazie ai registri storici, offre alla persecuzione penale dei responsabili di sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali.
Inoltre, l'AHPN ha aperto la sua pagina web ufficiale: www.archivohistoricopn.org, nella quale si potrà trovare la relazione “Dal Silenzio alla Memoria” ed inoltre si potrà sollecitare informazioni su casi di violazioni dei diritti umani mediante la Legge di Accesso all'Informazione Pubblica.
Centro di studi del Guatemala 7-13 giugno 2011
472 - PRESENTAN INFORME “DEL SILENCIO A LA MEMORIA”
Del silencio a la memoria, un informe de más de 500 páginas que presentó el Archivo Histórico de la Policía Nacional (AHPN) revela, entre otras cosas, las cadenas de mando y las estructuras de la Policía Nacional durante los años de mayor represión del conflicto armado, su subordinación al Ejército, la participación de Estados Unidos y siete casos paradigmáticos, como los asesinatos del líder estudiantil Oliverio Castañeda, el político Manuel Colom Argueta o el líder campesino Atanasio Zotz Coy.
La mayoría de esta información fue “mutilada” hace dos años del primer informe, explicó el coordinador general del AHPN, Gustavo Meoño, quien enfatizó el rigor científico y técnico de la investigación.
“La gente joven no tiene idea de que hace solo unos años, unos andábamos perseguidos y otros quedaron tirados”, expresó Carlos Guzmán-Böckler, miembro del Consejo Consultivo Nacional, durante la entrega “al pueblo de Guatemala” de este informe, en el Museo de la Universidad de San Carlos (Musac).
Guzmán-Böckler agregó la importancia de estos documentos “no solo para enriquecer el conocimiento, sino para acudir a los tribunales de justicia”.
Allí también se encontraba la directora del National Security Archive y miembro del Consejo Consultivo Internacional del Archivo, Kate Doyle. “Uno de los problemas más espinosos que tuvo la Comisión de Esclarecimiento fue la falta de información oficial del Gobierno, del Ejército, y de su cómplice y subordinado la Policía Nacional”, explicó Doyle, en referencia al gran aporte que el archivo de la PN, gracias a los registros históricos, ofrece a la persecución penal de los responsables de desapariciones forzadas y ejecuciones extrajudiciales.
Además, el AHPN abrió su página web oficial: www.archivohistoricopn.org, en la cual se podrá hallar el informe Del Silencio a la Memoria y además se podrá solicitar información sobre casos de violaciones de los derechos humanos mediante la Ley de Acceso a la Información Pública.
Centro de estudios de Guatemala 7-13 junio 2011
domenica 19 giugno 2011
471 - COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL GUATEMALA
Violenza interminabile
2. Denunciamo energicamente i costanti fatti di violenza e morte che terrorizzano il paese, causando perdite di vite umane e dolore nelle famiglie e comunità. Sono fatti che collocano il paese tra quelli con più alto tasso di violenza nel mondo.
3. Manifestiamo il nostro profondo rifiuto, indignazione e vergogna per il massacro di 27 persone nella finca Los Cocos, nel Municipio de La Libertad, Petén, come un segno nuovo, di crudeltà mai vista in molti anni e di profonda disumanizzazione, che esprime una situazione generalizzata di violenza ed insicurezza.
4. Il reclutamento di ex kaibiles e di poliziotti messicani per commettere questo massacro ci obbliga a denunciare la mancanza di controllo dello Stato guatemalteco e del messicano su personale da loro addestrato. Nel caso dei kaibiles, ci domandiamo se esistono i registri di coloro che sono passati da quella scuola per potere fare le indagini pertinenti.
5. Allo stesso modo, nei confronti delle persecuzioni contro i magistrati del Pubblico Ministero, che sono minacciati nell'esercizio della loro responsabilità, e perfino barbaramente assassinati, come il caso del magistrato Stowlinsky Vidaurre nella città di Cobán, denunciamo crimini che gridano al cielo ed esigono dallo Stato una risposta celere definitiva e severa. Trovare gli autori, tanto intellettuali come materiali, e arrestarli è importante, benché condannarli con sentenze è molto più importante.
6. Condividiamo la sofferenza e le lacrime dei parenti delle vittime, a loro facciamo arrivare la nostra vicinanza e preghiera fraterna. Deploriamo, nel caso delle persone decapitate in Petén, che non ancora tutti i cadaveri, o i loro resti, siano stati restituiti ai loro parenti.
7. Ci preoccupa lo scarso controllo della crescente influenza del narcotraffico nel nostro paese ed in America Centrale da parte dello Stato, che conta su poche risorse destinate alla sicurezza e soffre la debolezza di presunte infiltrazioni del crimine organizzato dentro le sue stesse strutture. Vediamo positivamente le recenti catture di importanti narcotrafficanti, che è di pubblico dominio hanno auspicato o commesso crimini di sangue.
8. I furti di armi in installazioni militari, l'apparizione e lo spostamento di arsenali militari da parte di bande criminali, le sparizioni di elementi di prova nel Ministero Pubblico e la poca conoscenza sull'uso dei beni sequestrati al narcotraffico, determinano dubbi sulla capacità dello Stato di rispondere adeguatamente alla crescita del narcotraffico e del crimine organizzato. Queste strutture criminali mostrano il loro potere nel controllo territoriale, nella quantità delle persone reclutate, nella gestione delle risorse finanziarie e tecnologiche ogni volta maggiore e nella crudeltà ed impunità in cui operano.
Nei confronti della campagna elettorale
9. Respingiamo le soluzioni istantanee e populiste che illudono ed ingannano molti. Chiediamo che si tocchino le radici strutturali e profonde dell'attuale situazione, radici che stanno nell'ingiusto e disuguale accesso alle opportunità, nell'ancestrale esclusione e marginalizzazione di grandi settori della popolazione e nella fragilità del nostro sistema democratico.
10. La trasparenza nell'esercizio della funzione pubblica, come nella campagna elettorale, è un requisito affinché la democrazia non sia puramente nominale. L'esigenza della quietanza da parte della Corte Suprema Elettorale, oltre essere un chiaro mandato di legge, costituisce una prova promettente che i partiti politici non sono al di sopra della legge né devono agire al margine di questa. Ugualmente sollecitiamo che si renda pubblica la provenienza dei fondi per le campagne.
11. Chiediamo che l'attuale campagna politica si incentri su vere proposte che apportino possibili soluzioni alla situazione del paese, e si allontani così la tradizionale politica e la proposta di soluzioni a breve termine, tanto belle da annunciare come impossibili da compiere. Chiediamo ai partiti e ai candidati che offrano al paese veri piani di governo, in un clima di rispetto, che aiutino a prendere le decisione elettorali con responsabilità e libertà. Ogni azione di manipolazione del voto, sia per coazione, sia per minacce velate o dirette o per trasporto di cittadini di un municipio ad altro, costituisce una pratica condannabile, che getta discredito sulla qualità morale di chi la pratica.
12. Ci sono temi di fondo sui quali i partiti devono esprimersi con chiarezza e con intelligenza, senza populismi economici né autoritarismi estranei alla vita democratica. C'è oggi fame in Guatemala. C'è una profonda mancanza di equità nel paese. C'è una evidente mancanza di sviluppo rurale. Ci sono servizi dello Stato di bassa qualità nel campo della salute ed educazione. Ci sono conflitti storici ed attuali per la terra. Ci sono esclusioni e discriminazioni. Il diritto alla sicurezza non è minimamente garantito. Ci sono problemi ambientali critici e c'è conflittualità sociale. Di fronte a questa problematica seria i partiti ed i loro candidati devono decidersi, esprimersi e impegnarsi, con realismo e con competenza.
Le sfide della conflittualità
13. Secondo l'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, ratificato dallo Stato del Guatemala dal 1997, si possono portare a termine consultazioni popolari in conformità con i regolamenti che lo stesso accordo ha sollecitato di implementare.
14. Speriamo che i membri dell'attuale Congresso, oltre a lottare per essere rieletti, pongano speciale attenzione alla legislazione che è in attesa di essere approvata o completata, come la legge di estinzione di dominio, promossa ma ancora senza regolamento, quella sullo sviluppo rurale integrale, la legge sul settore minerario ed altre. La sospensione delle leggi importanti deve essere denunciata come esercizio di irresponsabilità politica e forse anche come difesa di agende nascoste per interessi inconfessabili.
15. Di fronte all’evidente conflittualità esistente nel paese, consideriamo importante esporre la ricerca di soluzioni giuste, attraverso meccanismi che né pretendano semplicemente da parte del governo di posticipare problemi per guadagnare tempo, né dare neanche legittimità a coloro che fanno della conflittualità e delle sue espressioni violente il brodo di cottura delle loro agende personali o di gruppo.
17.La parola di Gesù: "Io li chiederò il Padre ed invierà loro un altro Consolatore affinché stia sempre con voi", (Gv. 14,16), fortifica il nostro impegno perché il Guatemala sia più fraterno alla vigilia della celebrazione ecclesiale di Pentecoste, vera festa della missione della Chiesa nel mondo. Che Santa Maria, Regina degli Apostoli, interceda per il nostro sofferto popolo guatemalteco in questa ora difficile della sua storia.
Guatemala, 9 giugno 2011.
CEG - Conferenza Episcopale Guatemala, 13/06/2011
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Pablo Viscaino Prado
Vescovo di Suchitepéquez - Retalhuleu, Presidente della Conferenza Episcopale del GuatemalaBernabé di Jesús Sagastume
Vescovo di Santa Rosa da Lima, Segretario Generale Conferenza Episcopale del Guatemala
470 - COMUNICADO DE LA CONFERENCIA EPISCOPAL DE GUATEMALA
1.En este tiempo pascual, en el que los cristianos hemos manifestado nuestra fe en la Resurrección de Nuestro Señor Jesucristo y hemos proclamado nuestra adhesión a su mensaje de vida plena para todos, somos testigos en nuestro medio de realidades de muerte y pecado que necesitan ser sustituidas por realidades de vida. Confiamos en la presencia y en la acción del Espíritu Santo que anima nuestra fe comprometida a favor de la Vida en Guatemala. Creemos firmemente que Cristo Resucitado nos ha dado su Espíritu, don que nos impulsa a comprometernos con Él para renovar la faz de la tierra.
Violencia interminable
2.Denunciamos enérgicamente los constantes hechos de violencia y muerte que aterrorizan al país, causando pérdida de vidas humanas y dolor en las familias y comunidades. Son hechos que colocan al país entre aquellos con más alto grado de violencia en el mundo.
3.Manifestamos nuestro profundo rechazo, indignación y vergüenza por la masacre de 27 personas en la finca Los Cocos, del Municipio de la Libertad, Petén, como un signo nuevo, de crueldad no vista en muchos años y de profunda deshumanización que expresa una situación generalizada de violencia e inseguridad.
4.El reclutamiento de ex kaibiles y de policías mexicanos para cometer esta masacre nos obligan a denunciar la falta de control del Estado guatemalteco y del mexicano sobre personal formado por ellos. En el caso de los kaibiles nos preguntamos si existen los registros de quienes pasaron por esa escuela para poder hacer las investigaciones pertinentes.
5.Igualmente, ante el acoso a fiscales del Ministerio Público que son amenazados en el ejercicio de su responsabilidad, e incluso bárbaramente asesinados, como el caso del fiscal Stowlinsky Vidaurre en la ciudad de Cobán, lamentamos crímenes que claman al cielo y exigen del Estado una respuesta en justicia que sea pronta, cumplida y severa. Encontrar a los autores, tanto intelectuales como materiales, y detenerlos es importante aunque condenarlos en sentencia firme es mucho más importante aún.
6.Compartimos el sufrimiento y las lágrimas de los familiares de las víctimas, a quienes hacemos llegar nuestra cercanía y oración fraterna. Lamentamos en el caso de los decapitados en Petén que aún no todos los cadáveres, o sus restos, hayan sido entregados a sus familiares. 7.Nos preocupa el escaso control de la creciente influencia del narcotráfico en nuestro país y en Centroamérica por parte del Estado, que cuenta con pocos recursos destinados a seguridad y padece la debilidad de presuntas infiltraciones del crimen organizado dentro de sus mismas estructuras. Vemos positivamente las recientes capturas de importantes narcotraficantes de quienes es de público dominio han auspiciado o cometido crímenes de sangre.
8.Los robos de armas dentro de instalaciones militares, la aparición y el trasiego de arsenales militares por parte de bandas criminales, las desapariciones de elementos de prueba en el Ministerio Público y el poco conocimiento sobre el uso de los bienes decomisados al narcotráfico siembran dudas sobre la capacidad del Estado para responder adecuadamente al crecimiento del narco y el crimen organizado. Estas estructuras criminales muestran su poder en el control territorial, en la cantidad de reclutados, en el manejo de recursos financieros y tecnológicos cada vez mayor y en la crueldad e impunidad en que operan.
Ante la campaña electoral
9.Rechazamos las soluciones inmediatistas y populistas que ilusionan y engañan a muchos. Pedimos se toquen las raíces estructurales y profundas de la actual situación, raíces que están en el injusto y desigual acceso a las oportunidades, en la ancestral exclusión y marginación de grandes sectores de la población y en la fragilidad de nuestro sistema democrático.
10.La transparencia en el ejercicio de la función pública así como en la campaña electoral son un requisito para que la democracia no sea meramente nominal. La exigencia del finiquito por parte del Tribunal Supremo Electoral, más allá de ser un claro mandato de ley, constituye una prueba esperanzadora de que los partidos políticos no están por encima de la ley ni debieran actuar al margen de ésta. Asimismo instamos a que se haga pública la procedencia de los fondos para las campañas.
11.Demandamos que la actual campaña política se centre en verdaderas propuestas que aporten posibles soluciones a la situación del país y se aleje así de la tradicional politiquería y propuesta de soluciones a corto plazo, tan bonitas de anunciar como imposibles de cumplir. Pedimos a los partidos y candidatos que en un clima de respeto ofrezcan al pueblo verdaderos planes de gobierno que le ayuden a tomar su decisión electoral con responsabilidad y libertad. Toda acción de manipulación del voto, sea por coacción, por amenazas veladas o directas o por acarreo de ciudadanos de un municipio a otro se constituye en prácticas condenables que hablan mal sobre la calidad moral de quienes las practican.
12.Hay temas de fondo sobre los que los partidos deben expresarse con claridad y con inteligencia, sin populismos baratos ni autoritarismos ajenos a la vida democrática. Hoy hay hambre en Guatemala. Hay una profunda falta de equidad en el país. Hay una falta de desarrollo rural evidente. Hay servicios del Estado de baja calidad en salud y educación. Hay conflictos históricos y actuales de tierra. Hay exclusiones y discriminaciones. El derecho a la seguridad no está mínimamente garantizado. Hay problemas ambientales críticos y hay conflictividad social. Frente a esta problemática seria los partidos y sus candidatos deben definirse, expresarse y comprometerse, con realismo y con idoneidad.
Los retos de la conflictividad
13.Según el convenio 169 de la Organización Internacional del Trabajo, ratificado por el Estado de Guatemala desde 1997, pueden llevarse a cabo consultas populares en conformidad con la reglamentación que el mismo convenio solicita se implemente.
14.Esperamos que los miembros del actual Congreso, más allá de pugnar por reelegirse, pongan especial atención a la legislación pendiente de ser aprobada o completada, como la ley de extinción de dominio (aprobada pero sin reglamento), la de desarrollo rural integral, la ley de minería y otras. Los bloqueos a leyes importantes deben ser denunciados como ejercicios de irresponsabilidad política y quién sabe si también como defensa de agendas ocultas y de servicio a intereses inconfesables.
15.Ante la evidente conflictividad existente en el país, consideramos importante plantear la búsqueda de soluciones justas, a través de mecanismos que ni pretendan por parte del gobierno simplemente postergar problemas para ganar tiempo, ni dar tampoco legitimidad a quienes hacen de la conflictividad y de sus expresiones violentas el caldo de cultivo para sus agendas particulares o grupales.
16.En esta ocasión queremos presentar nuestro saludo de felicitación a todos los miembros de la vida consagrada en Guatemala, ya que hemos celebrado los cincuenta años de la fundación de la Conferencia de Religiosos de Guatemala, este organismo eclesial que congrega libremente a todas las personas consagradas. La Conferencia de Religiosos de Guatemala se ha caracterizado por su compromiso evangelizador y su acompañamiento al pueblo de Dios en su caminar, gastando la vida y en algunos casos hasta padeciendo la muerte violenta, por ser fieles al evangelio. Felicidades a todos los consagrados y consagradas.
17.La palabra de Jesús: "Yo pediré al Padre y El les enviará otro Consolador para que esté siempre con ustedes” (Jn 14,16) fortalece nuestro compromiso en el logro de una Guatemala más fraterna en vísperas de la celebración eclesial de Pentecostés, verdadera fiesta de la misión de la Iglesia en el mundo. Que Santa María, Reina de los Apóstoles, interceda por nuestro sufrido pueblo guatemalteco en esta hora difícil de su historia.
Guatemala, 9 de junio de 2011.
CEG - Conferencia Episcopal da Guatemala, 13/06/2011
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Pablo Vizcaíno Prado
Obispo de Suchitepéquez- Retalhuleu, Presidente Conferencia Episcopal de GuatemalaBernabé de Jesús Sagastume L.
Obispo de Santa Rosa de Lima, Secretario General Conferencia Episcopal de Guatemala
giovedì 16 giugno 2011
469 - TRASCORSI 30 ANNI, CAMERA PENALE ACCETTA INDAGINI NEL CASO DELLA SCOMPARSA DI UNA GIORNALISTA
Trascorsi più di 30 anni dal sequestro e sparizione, a città del Guatemala, della scrittrice e giornalista Alaíde Foppa, la Camera Penale della Corte Suprema di Giustizia (CSJ), ha accettato la petizione del procedimento di verifica speciale realizzato dai suoi parenti, e con questo la Procura dei Diritti umani si coinvolge nelle indagini per trovare il suo corpo.
Dopo avere ascoltato l'avvocato della famiglia e Julio Solórzano Foppa, figlio della giornalista guatemalteca, la Camera Penale ha ordinato che incominciasse il processo di Alaide Foppa che è stata fatta sparire insieme al suo autista Leocadio Ajtún, nel 1980, quando era in visita in Guatemala, poiché risiedeva da vari anni a Città del Messico, dove era professoressa universitario dell'Università Autonoma del Messico.
I parenti della Foppa hanno attribuito la responsabilità allo Stato guatemalteco della sparizione della poetessa e femminista; secondo una pubblicazione di Cerigua, durante la guerra civile 342 giornalisti sono stati giustiziati in modo extraufficiale .
Fonte: CeriguaAdital 08/06/2011
468 - PASADO 30 AÑOS, CÁMARA PENAL ACEPTA AVERIGUACIÓN EN EL CASO DE DESAPARECIMIENTO DE PERIODISTA
Transcurridos más de 30 años desde el secuestro y desaparición en la ciudad de Guatemala de la escritora y periodista Alaíde Foppa, la Cámara Penal de la Corte Suprema de Justicia (CSJ) aceptó la petición del procedimiento de averiguación especial realizado por sus familiares, con lo que la Procuraduría de los Derechos Humanos (PDH) se involucra en la investigación para dar con su paradero.
Después de escuchar al abogado de la familia y a Julio Solórzano Foppa, hijo de la periodista guatemalteca, la Cámara Penal ordenó que se iniciara el proceso para de Alaide Foppa, quien fue desaparecida junto con su chofer Leocadio Ajtún, en 1980, cuando estaba de visita en Guatemala, ya que residía desde hacía varios años en la ciudad de México, donde era catedrática de la Universidad Autónoma de México (UNAM).
Los familiares de Foppa responsabilizan al Estado guatemalteco de la desaparición de la poetisa y feminista; de acuerdo con una publicación de Cerigua, durante la guerra interna al menos 342 periodistas fueron ejecutados extraoficialmente.
Fuente: CeriguaAdital 08/06/2011
sabato 11 giugno 2011
467 - CHIEDONO AUTORIZZAZIONE PER ESUMARE 1.400 DESAPARECIDOS NEL PAESE
Tre organizzazioni umanitarie hanno chiesto venerdì alla Procura l’autorizzazione per l’esumazione dei resti di almeno 1.400 attivisti che furono fermati e scomparvero in Guatemala durante il conflitto armato.
La petizione è stata presentata alla Procura dei Diritti Umani del Ministero Pubblico (MP), dal Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), dalla Commissione Nazionale delle Vedove del Guatemala (Conavigua), e dall'Associazione di Familiari di Detenuti e scomparsi del Guatemala (Famdegua), che riuniscono vittime della guerra.
Il direttore del GAM, Mario Polanco, ha spiegato che concretamente hanno chiesto alla Procura di iniziare i le trattative affinché autorizzino gli scavi nelle fosse comuni che si trovano nel cimitero pubblico di Escuintla.
Polanco ha assicurato che i resti di molti attivisti, che furono fermati e scomparvero tra il 1978 e il 1985, secondo lui la maggiore epoca della repressione "militare", furono portati in quel luogo della costa meridionale e seppelliti senza identificarli in quel cimitero.
"Riteniamo che ci possano essere almeno 1.400 corpi delle vittime della guerra in quelle fosse", ha affermato il dirigente del GAM.
La richiesta delle tre organizzazioni umanitarie è appoggiata dai familiari degli scomparsi durante la guerra, ha detto.
Il giudice Manuel Vásquez, responsabile dei casi speciali del conflitto armato, ha spiegato ai giornalisti che l'autorizzazione per gli scavi potrebbe arrivare tra una settimana.
Ha chiarito che ciò non implica che in quel periodo incomincino le esumazioni, poiché il processo dipende dalla disponibilità della Fondazione di Antropologia Forense della Guatemala (FAFG), per cominciare il lavoro, ha spiegato.
La FAFG è responsabile di realizzare le esumazioni di vittime del conflitto armato, che finì il 29 di dicembre 1996, in questo paese.
La guerra interna, secondo la Commissione per il Chiarimento Storico (CEH), causò circa 250.000 vittime, tra morti e scomparsi.
Prensa Libre 10/06/2011
466 - PIDEN AUTORIZACIÓN PARA EXHUMAR A 1 MIL 400 DESAPARECIDOS EN EL PAÍS
Tres organizaciones humanitarias solicitaron este viernes a la Fiscalía autorizar la exhumación de las osamentas de al menos 1 mil 400 activistas que fueron detenidos y desaparecidos en Guatemala durante el conflicto armado.
La petición fue planteada a la Fiscalía de Derechos Humanos del Ministerio Público (MP) por el Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), la Comisión Nacional de Viudas de Guatemala (Conavigua) y la Asociación de Familiares de Detenidos-Desaparecidos de Guatemala (Famdegua), que aglutinan a víctimas de la guerra.
El director del GAM, Mario Polanco, explicó que concretamente pidieron a la Fiscalía iniciar los trámites para que autoricen las excavaciones en fosas comunes que se encuentran en el cementerio público de Escuintla.
Polanco aseguró que los restos de muchos activistas sociales que fueron detenidos y desaparecidos entre 1978 y 1985, según él “la mayor época de represión militar”, fueron llevados a ese lugar de la costa sur y sepultados sin identificar en ese cementerio.
“Estimamos que pudiera haber unas 1 mil 400 osamentas de víctimas de la guerra en esas fosas”, afirmó el dirigente humanitario.
La petición de las tres organizaciones humanitarias es respaldada por familiares de desaparecidos durante la guerra, dijo.
El fiscal Manuel Vásquez, encargado de casos especiales del conflicto armado, explicó a los periodistas que la autorización para las excavaciones podría darse dentro de una semana.
Aclaró que ello no implica que en ese periodo se inicien las exhumaciones, ya que el proceso depende de la disponibilidad que tenga la Fundación de Antropología Forense de Guatemala (FAFG) para comenzar el trabajo, explicó.
La FAFG es la responsable de realizar las exhumaciones de víctimas del conflicto armado en este país, que acabó el 29 de diciembre de 1996.
La guerra interna, según la Comisión del Esclarecimiento Histórico (CEH), dejó unas 250.000 víctimas, entre muertos y desaparecidos.
Prensa Libre 10/06/2011
mercoledì 8 giugno 2011
465 - LA FORMA E LA SOSTANZA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Il Tribunale Supremo Elettorale ha indetto le elezioni generali. Interessa riflettere su uno degli elementi centrali di questa come delle anteriori campagne elettorali, in relazione al suo carattere mediatico, caratterizzato dalla preoccupazione dei partiti politici di posizionare nell'elettorato quella multipla offerta politica, come se si trattasse di una varia gamma di prodotti o marche, nel contesto della lotta per accedere al maggiore numero possibile di cariche pubbliche per elezione, e per estensione, al resto delle cariche per designazione.
La propaganda spiegata dai partiti politici ci mostra la fotografia di un candidato, per la carica di presidente, deputato o sindaco, accompagnata da alcuni parole, frasi brevi e i simboli e i colori che identificano il partito per il quale si candida. Mediante quegli elementi vogliono presentare una serie di elementi -visuali ed uditivi -che comprendono soprattutto una proposta politica in un paese nel quale predomina ancora significativamente l'analfabetismo, nelle aree rurali, ma anche una scarsa inclinazione alla lettura. Si scommette su qualcosa di semplice, facile da distinguere e ricordare, ma che semplifica un processo di importanza nazionale.
Questo processo, inoltre, si realizza in un contesto nel quale ogni volta è più evidente la delegittimazione del modo in cui si fa politica e come la stessa perde credibilità. E di fronte a ciò, i partiti politici invece di promuovere un processo elettorale - componente basilare del tipo di democrazia che si dice che abbiamo -serio e responsabile, lo degradano trasformandolo in "una festa", non civica, ma nella quale dissipano a piene mani il denaro, a danno delle necessità e domande della popolazione. Processo carico di molteplici slogan, frasi fatte, luoghi comuni e grottesche risorse pubblicitarie. Mi domando che relazione può esistere tra una giovane donna "mezzo" vestita coi colori del partito ed alcuni degli importanti problemi nazionali. È un processo nel quale ci dicono molto poco sui contenuti delle proposte che si sintetizzano in quei meccanismi pubblicitari.
Non dimentichiamo che quella che è in gioco è la stabilità e la continuità del tipo di Stato e società dentro il quale, coi suoi difetti e difficoltà, viviamo. È necessario, per ciò, discutere il livello di superficialità dei mezzi e meccanismi ai quali ricorrono i partiti politici per posizionarsi nello scenario elettorale. Non stiamo per essere convocati a decidere di consumare una bibita gassoso tipo A o tipo B.
Non dobbiamo dimenticare che la finalità di questo processo è quella di concedere legalità al processo di alternanza nel potere ma, per nulla di definire la rotta del paese a partire dall'elezione tra proposte programmatiche, che dopo si traducano in risultati positivi e tangibili per il paese. L'esperienza storica ci dice che l'agenda effettiva, concreta che definisce quella rotta, si elabora in altri contesti, tra altri attori che esercitano il potere reale, articolato intorno ai loro interessi specifici. Essi non hanno bisogno della legalità del voto. Il processo elettorale è la rappresentazione che si organizza ogni quattro anni con – sempre maggior - nuova pompa magna; è un rito che consacrerà alcuni, autorità elette, e concederà loro il diritto a partecipare alla legittimazione – in diversi modi - di quell'agenda non definita da loro. E come ricompensa, otterranno molti benefici personali. È per quel motivo che i piani e programmi dei partiti non possono andare oltre quello che quell'agenda non definita da essi ha stabilito né, molto meno, contraddirla.
Dopo più di 25 anni dal "ritorno" alla democrazia e di 15 anni da quando si è "firmata la pace", regolati da una serie di leggi, norme e regolamenti che hanno legalizzato la permanenza di tale sistema - che cerca di raggiungere il conseguimento del bene comune -, i problemi economici e sociali del paese continuano ad aggravarsi in maniera allarmante. È intorno a quei dilemmi, tra gli altri, che deve si deve promuovere una riflessione profonda, sistematica e massiccia tra tutta la popolazione affinché sia possibile recuperare il senso della partecipazione cittadina, componente fondamentale per ottenere un buon governo. E soprattutto, per ridefinire la democrazia e spogliarla delle limitazioni e contraddizioni in cui è immersa, a causa del suo forte e profondo carattere liberale; e per resistere ai terribili effetti negativi che quel sistema, fondato su tali premesse e meccanismi di funzionamento, ha avuto fino ad ora per il paese.
Guatemala, 11 maggio di 2011.
[L'Opinione Editoriale de Noticierto Maya K'at della Federazione Guatemalteca di Educazione Radiofonica - FGER - data 11 maggio 2011. www.fger.org]
Avancso, Associazione per l'Avanzamento delle Scienze Sociali in Guatemala
Adital, 20/05/2011
464 - LA FORMA Y EL FONDO EN LA CAMPAÑA ELECTORAL
El Tribunal Supremo Electoral finalmente convocó a elecciones generales. Interesa reflexionar sobre uno de los elementos centrales de esta –como de las anteriores campañas electorales–, relacionado con su carácter mediático, marcado por el afán de los partidos políticos por posicionar en el electorado esa múltiple oferta política, como si se tratara una variada gama de productos o marcas, en el contexto de la lucha por acceder al mayor número posible de cargos públicos por elección, y por extensión, al resto de los cargos por designación.
La propaganda desplegada por los partidos políticos nos muestra la fotografía de un candidato (para presidente, diputado o alcalde), acompañada de algunas palabras, frases breves y los símbolos y colores que identifican al partido que lo está postulando. Mediante esos elementos quieren posicionar una serie de elementos –visuales y auditivos– que condensan una propuesta política en un país en el que aún predomina significativamente el analfabetismo, sobre todo en las áreas rurales, pero también una escasísima afición a la lectura. Se apuesta por algo simple, fácil de distinguir y recordar, pero que simplifica un proceso de trascendencia nacional.
Este proceso, además, se realiza en un contexto en el que cada vez es más evidente la deslegitimación de la manera en que en el país se hace política y se pierde credibilidad sobre la misma. Y frente a ese contexto, los partidos políticos en lugar de promover un proceso electoral –componente básico del tipo de democracia que se dice que tenemos– serio y responsable, lo degradan al convertirlo en "una fiesta”, pero no cívica sino de competencia descarnada en la que derrochan dinero a manos llenas, pero de espaldas a las necesidades y demandas de la población. Proceso cargado de múltiples eslóganes, frases hechas, lugares comunes y grotescos recursos publicitarios. Me pregunto qué relación puede existir entre una joven mujer "medio vestida” con los colores del partido y algunos de los acuciantes problemas nacionales. Es un proceso en el que muy poco nos dicen sobre los contenidos de las propuestas que supuestamente se sintetizan en esos mecanismos publicitarios.
No olvidemos que lo que está en juego es la estabilidad y continuidad del tipo de Estado y sociedad dentro del que, con sus defectos y dificultades, vivimos. Es necesario, por ello, cuestionar el nivel de superficialidad de los medios y mecanismos a los que acuden los partidos políticos para posicionarse en el escenario electoral. No estamos siendo convocados para decidir entre consumir una bebida gaseosa tipo A u otra tipo B. Tampoco debemos olvidar que la finalidad de este proceso es otorgarle legalidad al proceso de alternancia en el poder pero, para nada, definir el rumbo del país a partir de la elección entre propuestas programáticas que luego se traducirán en resultados positivos y tangibles para el país. La experiencia histórica nos dice que la agenda efectiva, concreta, que sí define ese rumbo se elabora en otros lugares, entre otros actores que ejercen el poder real, articulado en torno a sus intereses específicos. Ellos no requieren de la legalidad del voto. El proceso electoral es la representación que se organiza cada cuatro años con –cada vez más– nuevas y ocurrentes parafernalias; es un rito que consagrará a unos cuantos (autoridades elegidas) y les otorgará el derecho a participar en la legitimación –de diversas maneras– de esa agenda no definida por ellos. Y como recompensa, obtendrán muchos beneficios personales. Es por eso que los planes y programas de los partidos no pueden ir más allá de lo que esa agenda no definida por ellos haya establecido ni, mucho menos, contradecirla.
Después de más de 25 años de haber "retornado a la democracia” y de 15 de haberse "firmado la paz”, regulados por una serie de leyes, normas y reglamentos que han legalizado la permanencia de tal sistema –que supuestamente persigue la consecución del bien común–, los problemas económicos y sociales del país siguen agravándose de manera alarmante. Es en torno a esos dilemas, entre otros, que debe promoverse una reflexión profunda, sistemática y masiva entre toda la población para que sea posible recuperar el sentido de la participación ciudadana, en tanto componente fundamental para lograr un buen gobierno. Y sobre todo, para redefinir la democracia y despojarla de las limitaciones y contradicciones en que está inmersa debido a su fuerte y profundo carácter liberal; y para contrarrestar los terribles efectos negativos que ese sistema, sustentado bajo tales premisas y mecanismos de funcionamiento, ha tenido hasta ahora para el país.
Guatemala, 11 de mayo de 2011.
[La Opinión fue Editorial del Noticierto Maya K'at de la Federación Guatemalteca de Educación Radiofónica -FGER- con fecha 11 de mayo de 2011. www.fger.org]
Avancso, Asociación para el Avance de las Ciencias Sociales en Guatemala
Adital, 20/05/2011
domenica 5 giugno 2011
463 - IL GOVERNO DEL GUATEMALA NON SOSPENDERÀ LA MINIERA MARLIN
Ad un anno dell'inadempimento delle Misure cautelari MC-260-07 concesse per dalla CIDH ai membri di 18 comunità Maya di Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán, il Ministro dell’Energia e Miniere ha informato i richiedenti di entrambi i municipi che le relazioni del Governo dimostrano che non ci sono inquinamento né malattie causate dallo sfruttamento della miniera Marlin, pertanto, secondo la Legge del settore minerario, non è possibile dichiarare la sospensione delle attività della miniera Marlin.
I richiedenti hanno espresso dispiacere di fronte a questa decisione, dato che si non sta discutendo la sostanza del tema, ma, applicando una misura cautelare che non pregiudicando la sostanza non deve essere giudicata in questo momento, continuano esprimendo al Ministro che il Governo sta giustificando l’inadempimento agli obblighi internazionali nel tema dei diritti umani per mezzo del suo diritto interno, cosa che è proibita.
Fonte: No alla miniera.
Adital, 30/05/2011
462 - GOBIERNO DE GUATEMALA NO SUSPENDERÁ LA MINA MARLIN
A un año del incumplimiento de las Medidas Cautelares MC-260-07 otorgadas por la CIDH a los miembros de 18 comunidades Mayas de Sipacapa y San Miguel Ixtahuacán, el Ministro de Energía y Minas informó a las peticionarias y los peticionarios de ambos municipios que los informes del Gobierno demuestran que no hay contaminación ni enfermedades generadas por las explotación de la mina Marlin, por lo tanto, conforme a la Ley de Minería no es posible declarar la suspensión de la mina Marlin.
Las peticionarias y los peticionarios, expresan un pesar a infeliz decisión, puesto que no se está discutiendo el fondo del asunto, sino, aplicando una medida cautelar que al no prejuzgar sobre fondo no corresponde juzgarla en este momento, continúan expresando al Ministro que el Gobierno esta justificando su incumplimiento a las obligaciones internacionales en derechos humanos por medio de su derecho interno, lo cual está prohibido.
Fuente: No a la mina.
Adital, 30/05/2011
sabato 4 giugno 2011
461 - COMINCIANO OGGI ESUMAZIONI DI VITTIME DEL CONFLITTO ARMATO INTERNO
Dignità. Quella è la parola che riassume il sentimento dei parenti delle vittime del conflitto armato nell'oriente del Guatemala. Con l'inizio del processo di esumazione dei corpi, il 30 maggio, nel municipio di Olopa, Chiquimula. La fondazione di Antropologia Forense del Guatemala è l’incaricata di recuperare i resti mortali. L'azione è considerata un ‘atto storico', perché sono le prime esumazioni in questa regione del paese.
L'esumazione permetterà che familiari delle vittime del conflitto non abbiano più dubbi ed incertezze su quello che avvenne realmente coi suoi cari scomparsi, e permetterà anche alle famiglie di celebrare un funerale degno alle vittime della guerra.
La Guerra Civile del Guatemala avvenne nel periodo dal 1960 al 1996, tra i governi dominati dai militari e i gruppi guerriglieri che si opponevano al sistema di dominazione. Nonostante ci siano vari calcoli sul numero di vittime, si stima che in quei 36 anni di conflitto armato, più di 150.000 persone sono morte nel paese come vittime dello stesso. Si stima in oltre 40.000 il numero degli scomparsi.
Secondo fonti del Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), quelle vittime furono assassinate, in gran maggioranza, dall'esercito guatemalteco. Il massacro più violento avvenne durante il governo di Julio Cesar Méndez (1966-1970).
Nonostante il tempo trascorso, il GAM sottolinea che i parenti soffrono ancora per l'impunità, perché le autorità non hanno mai realizzato mai nessuna indagine al riguardo. Il GAM crede che con l'inizio delle esumazioni, il Pubblico Ministero realizzerà le verifiche per conoscere la verità sulle morti e sparizioni.
Il Gruppo afferma che, nonostante siano trascorsi 45 anni, molti dei responsabili di questi crimini sono vivi e godono di libertà, e per quel motivo è importante che la popolazione guatemalteca non dimentichi quello che è successo, perché è l'unica maniera di evitare che altri atti simili si ripetano nuovamente.
Rassegna della guerra
Si crede che ciò che scatenò la guerra civile sia stato il colpo di stato contro il presidente eletto Jacobo Arbenz, nel 1954. Dopo due governi transitori, nel periodo ‘54-‘58, un gruppo di giovani ufficiali progressisti, organizzò una ribellione nel 1960, iniziando la guerra civile.
La fine del conflitto fu solamente nel 1996, con la firma di un Accordo di Pace tra il governo e l'Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca (URNG), dopo un lungo processo di negoziazione. Uno dei principali punti di accordo, fu la promulgazione di un'amnistia generale per i guerriglieri e per i militari che commisero abusi durante i combattimento contro i ribelli.
Informazioni di Prensa Latina e GAM
Adital, 30/05/2011
460 - COMIENZAN EXHUMACIONES DE VÍCTIMAS DEL CONFLICTO ARMADO INTERNO
Dignidad. Esa es la palabra que resume el sentimiento de los familiares de las víctimas del conflicto armado en el oriente de Guatemala. Con el inicio del proceso de exhumación de los cuerpos, hoy (30), en el municipio de Olopa, Chiquimula. La fundación de Antropología Forense de Guatemala será la encargada de recuperar los restos mortales. La acción es considerada un ‘acto histórico', por ser las primeras exhumaciones en esta región del país.
La exhumación permitirá que familiares de las víctimas del conflicto terminen con sus dudas e incertidumbres sobre lo que realmente sucedió con sus deudos desaparecidos, y también permitirá a las familias hacer un entierro digno de sus parientes víctimas de la guerra.
La Guerra Civil de Guatemala se dio en el periodo de 1960 a 1996, entre los gobiernos dominados por los militares y grupos guerrilleros opuestos al sistema de dominación. A pesar de la haber cálculos variados sobre el número de víctimas, se estima que en estos 36 años de conflicto armado, más de ciento cincuenta mil personas han muerto en el país como víctimas del mismo. Se estima en más de 40 mil el número de desaparecidos.
Según fuentes del Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), esas víctimas fueron asesinadas en su gran mayoría, por el ejército guatemalteco. La matanza más intensa se dio durante el gobierno de Julio Cesar Méndez (1966-1970).
A pesar del tiempo transcurrido, el GAM destacó que los familiares todavía sufren por la impunidad, pues las autoridades nunca realizaron ninguna investigación al respecto. El GAM cree que con el inicio de las exhumaciones, el Ministerio Público realizará las averiguaciones pertinentes para el conocimiento de la verdad sobre las muertes y desapariciones.
El Grupo afirma que, a pesar de haber transcurrido 45 años, muchos de los responsables de estos crímenes continúan vivos y gozando de libertad y por eso es importante que la población guatemalteca no olvide lo ocurrido, pues esa es la única manera de evitar que otros actos semejantes se den nuevamente.
Reseña de la guerra
Se cree que lo que desencadenó la guerra civil haya sido el golpe de estado contra el presidente electo Jacobo Arbenz, en 1954. Después de dos gobiernos transitorios, en el periodo 54-58, un grupo de jóvenes oficiales progresistas, organizó una rebelión en 1960, iniciando la guerra civil.
El fin del conflicto logró ser solamente en 1996, con la firma de un Acuerdo de Paz entre el gobierno y la Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca (URNG), después de un largo proceso de negociación. Uno de los principales puntos de acuerdo, fue la promulgación de una amnistía general para los guerrilleros y para los militares que cometieron abusos en su combate a los rebeldes.
Con informaciones de Prensa Latina y GAM
Adital, 30/05/2011
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