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sabato 22 gennaio 2011

373 - CRIMINI DI GUERRA SI CONOSCERANNO NELLA CAPITALE

La procura generale ha ottenuto che cinque casi di massacri, perpetrati nella provincia durante il conflitto armato, siano giudicati nella capitale, a fronte del rischio che si ostacolino le indagini nel luogo dove avvennero i fatti. Le richieste di trasferimento dei giudizi sono state decise dalla Camera Penale della Corte Suprema di Giustizia (CSJ).
Édgar Pérez, querelante nei processi per i massacri avvenuti a Dos Erres e nel villaggio Los Josefinos, Petén; a Panzós, Alta Verapaz; in quello del distaccamento militare in Rabinal, Bassa Verapaz; e la sparizione forzata dell'ex guerrigliero Efraín Bámaca, avvenuta a Retalhuleu, ha detto che dovranno incominciare le indagini nel 2011, poiché si riapriranno quei casi.
La maggioranza di massacri si perpetrarono tra il 1978 e il 1982, quando governavano il paese i generali Fernando Romeo Lucas García, José Efraín Ríos Montt ed Oscar Humberto Mejía Víctores.
La relazione presentata dalla Commissione per il Chiarimento Storico afferma che in quel periodo si commisero crimini di rilevanza internazionale, dei quali esistono una serie di processi contro ufficiali militari, per genocidio, crimini di lesa umanità, crimini di guerra, sparizioni forzate, torture, esecuzioni extragiudiziali e violazioni sessuali contro donne, tra gli altri.
"La guerra interna che incominciò nel 1960 e finì nel 1996 lasciò più di duecentomila morti o scomparsi", afferma una relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, che sottolinea come il 93% dei massacri furono commessi dall'Esercito.
Pérez ha spiegato che l'obiettivo del trasferimento dei processi è quello di evitare che si ostacolino le indagini e che si proteggano le vittime, i colpevoli, come gli operatori di giustizia, poiché nella capitale ci sono migliori condizioni logistiche che nei tribunali della provincia.
Trasferendo al Primo Tribunale di Alto Rischio esistono minori rischi per i giudici, ha sottolineato. "Un giudice nella provincia non ha sicurezze, non ha una vettura blindata, per questo è necessario che i casi si giudichino nella capitale", ha detto Pérez. Ha aggiunto che in alcuni processi i testimoni vivono ancora insieme ai colpevoli, cosa che rende difficile che testimonino contro di loro.
La richiesta di trasferimento dei processi dalla provincia alla capitale è competenza del Procuratore Generale, per questo è stato valutato ognuno ed è stato constatato che esiste il rischio che si ostacoli l'indagine, ha commentato il presidente della Camera Penale, César Barrientos. "Credo che lo Stato del Guatemala cerchi di garantire la giustizia in ogni caso, e si cerca che sia efficiente e si rispetti il giusto processo", ha detto.
Aura Elena Farfán, presidentessa dell'Associazione dei Parenti dei Detenuti e Scomparsi del Guatemala, ha detto che considerano con ottimismo che i processi siano spostati nella capitale, poiché si dimostra buona volontà della CSJ, affinché si ottenga giustizia per i crimini commessi durante il conflitto armato. "Considero molto incoraggiante che possa applicarsi la giustizia. Cerchiamo la verità di ciò che ha causato quelle morti e che si trovino i responsabili materiali ed intellettuali", ha detto.
Centro di Studi del Guatemala, 22 dicembre-3 gennaio 2011