A mezzogiorno del 23 marzo 1982, Rios Montt, che allora aveva 56 anni, in una conferenza stampa presso il Palazzo Nazionale, ex Palazzo del Governo, aveva offerto al paese di uscire dalla crisi nella quale lo aveva lasciato il deposto presidente Romeo Lucas Garcia.
Affiancato dai generali Francisco Gordillo e Horacio Maldonado, che con lui componevano la giunta militare e che avrebbe ignorato mesi dopo quando si è proclamato Capo dello Stato, Rios Montt ha anche annunciato una guerra implacabile contro le forze della guerriglia.
Quel giorno rivolse "un appello agli agricoltori ad abbandonare la pistola, prendere il machete e mettersi al lavoro", assicurò che non ci sarebbero più stati assassinii ma solo "fucilati" e avvertì che le forze armate avrebbero prevenuto la diffusione del comunismo.
Oggi, 31 anni dopo, e ad 86 anni, Rios Montt è ancora protagonista della vita politica di questo paese centroamericano, ora sotto processo per la morte di migliaia di indigeni Ixil causata dall'esercito durante i mesi in cui era a capo del potere.
Dallo scorso 19 marzo, insieme al suo ex capo dei servizi segreti militari, anche lui generale in pensione, Jose Rodriguez, è accusato dal procuratore per i diritti umani della morte di 1.771 Ixil, avvenuta in 16 diversi massacri nel Triangolo Ixil nel dipartimento del Quiché.
Da quel giorno, Rios Montt ha sentito le testimonianze di almeno 40 superstiti della repressione scatenata dall'esercito in quella zona del paese, con l'obiettivo, secondo i piani militari, di "togliere l'acqua al pesce", vale a dire, mettere fine alla base sociale che gli abitanti dei villaggi avrebbero potuto offrire alle forze ribelli.
Genocidio, per lo sterminio di migliaia di vittime Ixil durante la sua amministrazione, e delitti contro l'umanità, tortura, stupri, rapine e violenze contro altre vittime, sono crimini che l'accusa intende dimostrare che hanno commesso Rios Montt e Rodriguez.
Se riconosciuto colpevole dal giudice, potrebbe essere condannato a più di cento anni di carcere.
Il processo, il primo che si terrà nel paese nei confronti di un ex capo di Stato per le violazioni dei diritti umani che si sono verificate durante la guerra civile in Guatemala tra il 1960 e il 1996, che hanno provocato più di 200.000 morti, potrebbe continuare per almeno due mesi.
Prensa Libre 23/03/2013