Questa sarà la prima volta che ex alte cariche castrensi guatemalteche, compreso un antico dittatore, affrontano un processo per genocidio in Guatemala.
Il prossimo giovedì avrà luogo la prima udienza del processo, ha annunciato lunedì il giudice Miguel Gálvez, titolare del Juzgado Primero B de Mayor Riesgo.
Gálvez ha affermato che esistono sufficienti indizi sulla responsabilità dei due ex generali per il massacro di 1.771 indigeni ixiles con l'intervento delle Forze armate tra marzo 1982 e agosto 1983, nel quadro della guerra interna (1960-1996).
Rios Montt, di 86 anni, ha governato de facto il Guatemala durante quel periodo e sarà processato per essere il presunto autore intellettuale dei massacri degli indigeni ixil.
Rodríguez, di 67 anni e che ha ricoperto in quel tempo la seconda direzione dello Stato Maggiore della Difesa, sarà processato per avere eseguito i piani militari contenuti nella strategia conosciuta come "terra bruciata".
Il giudice Gálvez ha deciso che Rios Montt rimanga agli arresti domiciliari, e che Rodríguez rimanga recluso nell'Ospedale Militare, dove da metà dell'anno scorso è in cura per problemi fisici che dice di avere.
Il giudice ha riconosciuto valore probatorio alle 84 testimonianze, 61 perizie e 126 documenti che la Procura ha presentato come prove a carico della presunta responsabilità delle ex alte cariche militari nella sanguinosa repressione militare di cui furono vittime gli indigeni dell'etnia ixil.
Rios Montt e Rodríguez, immobili ed in silenzio, hanno ascoltato con attenzione la sentenza del giudice, e concludendo l’udienza sono rifiutati di rispondere alle domande dei giornalisti.
Gli attivisti e i familiari delle vittime, invece, hanno applaudito ed esultato in favore della giustizia, e vicino al tribunale hanno fatto fuochi pirotecnici per celebrare la decisione del giudice.
Francisco Palomo, uno degli avvocati difensori di Rios Montt, ha detto ai giornalisti che presenteranno un appello contro la sentenza di Gálvez nelle prossime ore, per considerare che "non è stato conforme al diritto" non tenendo in conto le prove a favore dell’imputato.
Questo sarà il primo caso nella storia giuridica del Guatemala nella quale un ex capo di Stato è portato davanti alla giustizia per rispondere per le centinaia di migliaia di assassini commessi dall'Esercito durante la guerra interna di 36 anni che ha vissuto il paese tra il 1960 e il 1996.
Prima sono stati processati e condannati militari di basso rango, ex paramilitari e poliziotti, per violazioni ai diritti umani perpetrate durante il conflitto armato.
La guerra interna che ha vissuto il Guatemala ha lasciato circa 200.000 morti, 45.000 scomparsi, un milione di sfollati interni, e migliaia vedove ed orfani.
Agenzia EFE - Plaza Publica
28/01/2013