mercoledì 6 luglio 2011
485 - UN’OPPORTUNITÀ STORICA PER LA GIUSTIZIA GUATEMALTECA
Giudicare il genocidio e garantire che non si ripeta.
Dopo 28 anni di impunità nei casi di delitti di lesa umanità e genocidio, commessi durante il conflitto armato interno contro il popolo maya, la giudice Carol Patrizia Flores porta a processo uno degli autori intellettuali del genocidio, il generale Mario López Fuentes, che era Capo di Stato Maggiore Generale dell'Esercito, dal 23 marzo ‘82 al 21 ottobre del ‘83, durante il governo di Efraín Ríos Montt.
Nell'anno 2001, i sopravvissuti del genocidio iniziarono una causa contro l'alto comando militare degli anni 1982-1983, composto dal Capo dello Stato, Efraín Ríos Montt, dal Ministro della Difesa, Generale Oscar Humberto Mejía Víctores e dal Generale Héctor Mario López Fuentes. Dopo quasi dieci anni, la Procura Generale ha concluso l'indagine di questo caso e ha sollecitato l'ordine di cattura di una di quelle persone coinvolte, cattura che è avvenuta con successo e che lo ha portato al processo.
Rendiamo noto il nostro compiacimento per questo fatto, che dimostra come in Guatemala si è riusciti a creare le condizioni per giudicare gravi violazioni ai diritti umani commesse durante il conflitto armato, e che esistono funzionari pubblici che non si lasciano intimorire da strutture legate a questi crimini, che pretendono che gli stessi rimangano nell'impunità, e che le istituzioni incaricate della persecuzione penale hanno la volontà di agire. Speriamo che il resto del processo continui con azioni come questa, che rafforzano lo stato di diritto nel nostro paese.
Per i parenti delle vittime e i sopravvissuti del conflitto armato, questo fatto rappresenta una speranza, che incoraggia a continuare nella lotta per la verità e la giustizia. Rappresenta un'opportunità storica per il sistema di giustizia guatemalteco, che può rompere con l'impunità e dimostrare al mondo intero che siamo un paese che rispetta la sua legislazione e la normativa internazionale in materia di diritti umani.
La giustizia è il pilastro fondamentale che garantisce la non ripetizione dei fatti violenti. Lì radica l'urgente necessità di applicare la giustizia, non solo per i crimini del passato, ma anche del presente. Il nostro presente è il chiaro esempio di ciò che avviene quando le strutture che operarono nel passato non si smantellano e al contrario ne appoggiano l’operato.
Oggi, il Guatemala ha fatto un passo avanti in un caso emblematico per il paese, chiediamo che lo Stato risponda alla richiesta di giustizia. Lo Stato ha quel debito con le vittime e con i sopravvissuti del conflitto armato interno. Esortiamo tutti i guatemaltechi e le guatemalteche che soffrirono le gravi violazioni ai diritti umani nel conflitto armato interno a continuare rompendo il silenzio, a dire la verità su quello che successe, a costruire la nostra memoria collettiva ed esigere Giustizia.
Guatemala, 21 giugno 2011.
Associazione per la Giustizia e la Riconciliazione - AJ
Centro per l'Azione Legale in Diritti umani - CALDH