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sabato 10 settembre 2011

515 - IL GUATEMALA DI FRONTE ALLE ELEZIONI GENERALI DELLA DOMENICA 11 DI SETTEMBRE - 2

Il 26 agosto scorso cinque organizzazioni e reti mondiali di prestigio, tra le quali Via Contadina, FIAN (Organizzazione Internazionale per il Diritto all'Alimentazione) CIDSE (Agenzie Cattoliche dello Sviluppo), CIFCA (Iniziativa di Copenhagen per America Centrale e Messico), ed APRODEV, Agenzia legata al Consiglio Mondiale delle chiese, hanno fatto sentire la loro voce in Guatemala.
Hanno pubblicato una Relazione, elaborata tra 2009 e 2010, da una Missione Internazionale organizzata da quelle istituzioni, nella quale esprimono la grande preoccupazione per "la crisi alimentare prolungata che continua a causare stragi in Guatemala" e "il clima di criminalizzazione e persecuzione dei difensori dei diritti umani", specialmente coloro che difendono i diritti economici, sociali, culturali e delle donne.
Gli organismi internazionali rivolgono 15 raccomandazioni allo Stato ed ai futuri nuovi governanti, che vanno da misure per assicurare lo sviluppo rurale-sociale del paese, fino alla depurazione della Polizia Nazionale, passando specialmente per il rafforzamento dei diritti lavorativi dei contadini.
“Ci preoccupa molto la questione della sovranità alimentare. Non vediamo un’aziona coerente delle autorità né della comunità internazionale", sottolinea Karl Heuberger. La tragedia è che con le sue ricchezze naturali il Guatemala potrebbe alimentare tutta l'America Centrale, ed oggi vive una penuria alimentare crescente, che minaccia perfino trasformarsi in carestia”, spiega.
Dietro questa contraddizione, il modello economico egemone attuale: "grandi estensioni di terre coltivabili dedite indiscriminatamente a multinazionali minerarie o di agro-combustibili", cosa che danneggia la produzione indigeno-contadina locale e condanna quei settori ogni giorno all’emarginazione.
La responsabilità della comunità internazionale
"I governi, principalmente gli europei, le istituzioni internazionali, le ONG per lo sviluppo ha oggi una gran responsabilità verso il Guatemala e l’America Centrale", sottolinea quasi come grido di allarme il responsabile di HEKS-EPER per l'America Centrale.
“Devono riflettere sulla necessità di un'alleanza reale con i movimenti sociali, ed i popoli indigeni che continuano a lavorare e mobilitarsi. Rafforzando le loro azioni, riconoscendo le loro rivendicazioni. Devono esprimere una chiara volontà politica, coordinarsi meglio. Si investono risorse finanziarie ma non sempre con la migliore logica. È importante riflettere perché un paese ricco come il Guatemala si confronta con la fame e la crisi di alimenti", interroga.
La Comunità internazionale deve esprimere in modo deciso al nuovo Governo del Guatemala "il ruolo fondamentale che ha la garanzia al diritto all'alimentazione e la protezione dei difensori dei diritti umani per il funzionamento della democrazia e le strategie di sviluppo di successo", raccomanda la missione internazionale delle cinque grandi organizzazioni internazionali che hanno visitato il paese centroamericano.
Insistendo nel fatto che lo "Stato guatemalteco deve rispettare la Dichiarazione Universale dei diritti dei Popoli Indigeni dell'ONU e l'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro." E deve rivedere le politiche che sostengano l'investimento nella produzione di agro-combustibili, il settore minerario e megaprogetti energetici, per prevenire violazioni del diritto all'alimentazione, alla terra, all'acqua e dei diritti dei popoli indigeni, insistono le cinque reti internazionali tra le quali Via Contadina.
[* Sergio Ferrari, collaboratore di E-CHANGER, ONG svizzera di cooperazione solidale presente in America Centrale].
Adital, 02/09/2011