Tra i fatti recenti, lo scorso 30 Luglio, la Banca non ha considerato i suggerimenti delle organizzazioni sociali circa la sua nuova politica, denominata Standard Ambientale e Sociale (ES7). La salvaguardia ES7, sostiene l'Ofraneh, rappresenta una arretramento di decenni di negoziazioni, perché permette agli Stati-nazioni di scartare la sua applicazione in situazioni nelle quali "l'identificazione come popoli indigeni potrà esacerbare le tensioni etniche, e sia incompatibile con le disposizioni della Costituzione nazionale". Così, la Banca Mondiale elude i propri obblighi relativi ai popoli indigeni ed il diritto internazionale, come indica il punto 9 della salvaguardia ES7.
“La diluita applicazione del diritto al Consultazione consenso previo libero ed Informato (CPLI), si trasforma in una delle maggiori minacce per i popoli indigeni, di fronte alle inconsistenze in materia di diritti umani che piaga alla maggioranza dello stato-nazione, quelli che rifiutano in molteplici occasioni riconoscere i diritti dei popoli indigeni nonostante la ratifica dell'Accordo 169 dell'OIL e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli indigeni", allerta l'Ofraneh
Tornando indietro di alcuni anni, l'Organizzazione ricorda che il 1984 segnò un capitolo nefasto nella storia del Guatemala. In quell'anno, l'Esercito guatemalteco sterminò la popolazione maya-achi di Rio Negrom, nella Baja Verapaz. Nei massacri di Río Negro, Aldea Xococ, Pacoxon, Los Encuentros e Aguas Frias, circa 400 indigeni furono assassinati e 3.445 furono deportati a forza. L'etnocidio fu frutto della costruzione della diga di sbarramento del Chixoy, finanziata dalla Banca Mondiale e dalla Banca Interamericana di Sviluppo (BID).
Nonostante le denunce presentate contro il Governo del Guatemala e delle convocazioni davanti alla Banca Mondiale e alla Banca interamericana di Sviluppo, la costruzione della diga di sbarramento è continuata e fu terminata nel 1985. Nel 2012, la Corte Interamericana dei Diritti umani, dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), ha emesso una sentenza condannando lo Stato del Guatemala, ma, fino ad ora, non è stato fatto nulla.
Ancora dopo il massacro di Chixoy e coscienti delle violazioni ai popoli indigeni, la Banca Mondiale ha concesso un prestito di oltre 450 milioni di dollari per la costruzione della diga di sbarramento di Sardar Sarovar, nel fiume Narmada, India, che ha danneggiato Adivasi, facendo spostare oltre duecentomila persone.
L'Ofraneh ricorda anche che il Bird ha appoggiato, tra 1979 e 1988, in Paraguay, durante la dittatura di Alfredo Stroessner, la costruzione della mega-diga di sbarramento di Yaciretá. L'importo del valore applicato all'opera superò gli undicimila milioni di dollari e determinò lo spostamento di oltre centomila indigeni e contadini che non furono mai compensati per i danni.
Esiste il timore che la Banca Mondiale inizi una nuova tappa di mancanza di rispetto sistematico ai diritti dei popoli indigeni e si rivivano momenti simili a quello del massacro di Chixoy. L'Ofraneh segnala che il Bird ha un fondo di sessantamila milioni di dollari orientato al finanziamento di megaprogetti, molti dei quali riguardano la costruzione di dighe di sbarramento ed idroelettriche, situazione che potrà trasformarsi in un "olocausto per i popoli indigeni."
Adital 8/09/2014