mercoledì 30 maggio 2012
612 - RELAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL SOTTOLINEA L’ONDATA DI VIOLENZA NEL PAESE
La relazione annuale di Amnesty International sullo stato dei diritti umani
nel mondo pubblicato mercoledì a Londra, riporta progressi in materia di
giustizia, ma sottolinea l'ondata di violenza e violazioni contro gli indigeni
in Guatemala.
Il
documento sottolinea che nel 2011 sono rimasti "gli elevati livelli di
violenza con un alto numero di omicidi" – 5.861 -, molti di essi con
torture e vari attribuiti al narcotraffico, compresi i 27 decapitati in Petén.
Il
documento mette in evidenza che continua la violazione dei diritti dei popoli
indigeni nel contesto di conflitti per le terre e per progetti di sviluppo,
senza consultare gli abitanti delle aree.
Amnesty
International ricorda la segnalazione del Relatore delle Nazioni Unite per i Popoli
Indigeni sull'instabilità e sui conflitti sociali per attività di imprese
minerarie in terre comunali, come gli sgombri violenti nella Valle del Polochic
(Alta Verapaz), con la morte di un contadino ed altri due feriti.
Inoltre,
segnala che alla fine dell’anno scorso l'accesso alla casa, all’acqua non
inquinata, al cibo e ai servizi sanitari, erano diritti ancora limitati per gli
indigeni.
La relazione segnala un'altra limitazione, la Legge contro il Femminicidio
ed altre Forme di Violenza contro le Donne "sembrava avere avuto un scarso
impatto nella riduzione della violenza contro le donne e nella resa di conti
dei responsabili."
Circa i
difensori di diritti umani, Amnesty International registra 402 casi in quel
settore, tra minacce, violenze ed attacchi.
Sottolinea le
morti degli attivisti Catalina Mucú Maas, Alberto Coc Cal e Sebastián Xuc Coc,
le minacce contro dirigenti della Fondazione di Antropologia Forense e la morte
del sindacalista Byron Arreaga.
Tra le cose
positive che riferisce Amnesty International, vi è l'avanzamento nei giudizi
per violazioni di diritti umani commessi durante il conflitto armato, come le
condanne per il massacro di Dos Erres, avvenuto nel 1982.
Centro di Studi
del Guatemala, 23-28 maggio 2012
611 - INFORME DE AMNISTÍA INTERNACIONAL SUBRAYA OLA DE VIOLENCIA EN EL PAÍS
El informe
anual de Amnistía Internacional (AI) sobre el estado de los derechos humanos en
el mundo, entregado este miércoles en Londres, Inglaterra, registra avances en
materia de justicia, pero subraya la ola de violencia y violaciones contra los
indígenas, en Guatemala.
El
documento indica que durante el 2011 persistieron “los elevados niveles de
violencia con un alto número de homicidios” —cinco mil 861—, muchos de ellos
con tortura y varios atribuidos al narcotráfico, incluidos los 27 decapitados
en Petén.
El
documento pone en evidencia que continúa la violación de los derechos de los
pueblos indígenas en el contexto de conflictos sobre tierras y proyectos de
desarrollo, sin consultar a los habitantes de las áreas.
AI recuerda
el señalamiento del Relator de las Naciones Unidas para los Pueblos Indígenas
sobre la inestabilidad y conflicto social por actividades de empresas mineras
en tierras comunales, así como los desalojos violentos en el Valle del
Polochic, Alta Verapaz, con la muerte de un campesino y otros dos heridos.
Además,
señala que a finales del año pasado el acceso a vivienda, agua no contaminada,
comida y salud, eran derechos aún limitados para los indígenas.
Otro
estancamiento que señala el informe es que la Ley contra el Femicidio y otras
Formas de Violencia contra la Mujer “parecía haber tenido un escaso impacto en
la reducción de la violencia contra las féminas y en la rendición de cuentas de
los responsables”.
Acerca de
los defensores de derechos humanos, AI registra 402 incidentes contra ese
sector, entre amenazas, hostigamiento y ataques.
Destaca los
decesos de los activistas Catalina Mucú Maas, Alberto Coc Cal y Sebastián Xuc
Coc, las amenazas contra directivos de la Fundación de Antropología Forense y
la muerte del sindicalista Byron Arreaga.
Entre las
cosas positivas que refiere AI, está el avance en los juicios por violaciones
de derechos humanos cometidos durante el conflicto armado, como las condenas
por la masacre en Dos Erres, ocurrida en 1982.
Centro
de Estudios de Guatemala 23-28 de mayo
2012
domenica 20 maggio 2012
610 - GLI INDIGENI DEVONO ESSERE ASCOLTATi
Álvaro Ramazzini è stato responsabile per 23 anni della
Diocesi di San Marcos,e il 14 maggio scorso il Vaticano ha annunciato la sua
designazione come vescovo di Huehuetenango. In questa intervista parla delle
sfide che lo aspettano nel nuovo incarico.
A che cosa obbedisce il suo trasferimento a Huehuetenango?
E’ stata una decisione del papa Benedetto XVI, e la compio
per il giuramento di obbedienza. Ho dovuto viaggiare a Roma affinché mi
informassero di questo cambiamento. Questo dopo essere stato 23 anni a San
Marcos.
Personalmente, le dispiace il trasferimento?
Sì, perché ancora avevo alcuni sogni da realizzare in San
Marcos, soprattutto per il possesso della terra, l'accompagnamento dei giovani
sacerdoti nella chiesa dei villaggi e il procedimento di chiusura della miniera
Marlin. Nel caso del settore minerario continuerò ad appoggiarlo, perché è un
problema nazionale.
Quali sono stati i risultati durante i 23 anni in San
Marcos?
Considero che sono stati 23 anni di evangelizzazione,
formazione integrale, programmi di sviluppo integrale e un piano di conversione
verso la gioventù, ma che alla fine, la Diocesi di San Marcos si è distinta sul
tema della problematica agraria e dei migranti.
Come vede San Marcos e Huehuetenango, in relazione con i
problemi che affrontano?
Sono molto simili, continuo a sostenere che i contadini e
gli indigeni devono essere ascoltati, e che io li appoggerò. Nel tema
religioso, tenterò di animare i sacerdoti e sostenere il loro lavoro, dato che
Huehuetenango ha 30 parrocchie e solo 22 sacerdoti, e credo che sarà la prima
sfida.
Che cosa pensa del conflitto in Santa Cruz de Barrillas?
Tenterò di conoscere meglio nei prossimi mesi, per lavorare
congiuntamente, ma credo che sia necessario rafforzare il dialogo. Considero
che il problema di Barrillas è un problema che si sarebbe potuto risolvere con
il dialogo, ma si è aspettato fino a quando c’è stato l'assassinio di un
leader. Nel caso dello stato di assedio, il Governo l'avrebbe dichiarato in
ultima istanza, perché ha generato solamente
rischi e pressioni, e questo non aiuta a rafforzare la democrazia nelle comunità.
Quale è la sua sfida personale?
La mia sfida è stata sempre San Marcos; tuttavia, dopo
questa decisione tenterò di lottare e continuerò a rafforzarmi come missionario
per convertire gli abitanti sia dal punto di vista spirituale che in quello
sociale, perché considero che i due aspetti sono legati.
Quale è stata la sua esperienza nel tema del settore
minerario in San Marcos?
Ritengo che il tema del settore minerario non rappresenta sviluppo
economico né sociale. È un problema grave. Due settimane fa ho presentato un
studio per la chiusura della miniera Marlin, e benché ancora abbia dubbi sulla
chiusura, continueremo con le analisi e porteremo lo studio negli Stati Uniti.
L'installazione di questi industrie la considero incostituzionale, perché non è
rispettato l'accordo 169 né la voce del popolo.
Come affronterà il conflitto per la centrale idroelettrica
in Huehuetenango?
Bisognerebbe fare un studio, ma considero che ciò è una
responsabilità del Ministero dell’Ambiente. Bisogna vedere l'impatto
ambientale, poiché in questi casi non si fa mai uno studio approfondito, non
esiste informazione concreta e ciò alla fine genera confusione nella società.
Quale è il suo messaggio per la popolazione dei due
dipartimenti?
Dire alle comunità di Huehuetenango che il mio unico
desiderio è servire, e che cresca il ruolo del Vangelo, ma appoggerò anche il
dipartimento perché cresca in armonia, e li servirò come si meritano, per
sradicare le problematiche delle comunità. Alla comunità di San Marcos, dico
che vado via molto triste e mi dispiace
molto, ma che devo obbedire al mandato che mi è stato assegnato; tuttavia,
lotterò per loro affinché facciano valere i loro diritti.
Prensa Libre 19/05/2012
609 - INDIGENAS DEBEN SER ESCUCHADOS
Álvaro Ramazzini dirigió durante 23 años la Diócesis de San
Marcos, y el 14 de mayo último el Vaticano anunció su designación como obispo
de Huehuetenango. En esta entrevista habla sobre los retos que le esperan en el
nuevo cargo.
¿A qué obedece su traslado a
Huehuetenango?
Fue una decisión del papa
Benedicto XVI, y la cumplo por el juramento de obediencia. Tuve que viajar a
Roma para que me informaran de este cambio. Esto luego de 23 años de estar en
San Marcos.
¿Personalmente, le afecta el
traslado?
Sí, porque todavía tenía algunos
sueños que cumplir en San Marcos, sobre todo la tenencia de la tierra, el
acompañamiento de jóvenes sacerdotes en la iglesia de las localidades y el
proceso del cierre de la mina Marlin. En el caso de la minería seguiré
apoyando, porque es un problema nacional.
¿Cuáles fueron los logros a lo
largo de los 23 años en San Marcos?
Considero que fueron 23 años de
evangelización, formación integral, plan de desarrollo integral y un plan de
conversión hacia la juventud, pero que al final, la Diócesis de San Marcos ha
logrado un perfil sobre la problemática agraria y de los migrantes.
¿Cómo ve a San Marcos y
Huehuetenango, en relación con los problemas que afrontan?
Son muy parecidos, sigo
sosteniendo que los campesinos o indígenas deben ser escuchados, y que los
estaré apoyando. En el tema religioso, trataré de fortalecer a los sacerdotes y
su trabajo, puesto que Huehuetenango cuenta con 30 parroquias y solo tiene 22
sacerdotes, y creo que sería el primer reto.
¿Qué opina sobre el conflicto en
Santa Cruz Barrillas?
Trataré de conocer más en los
próximos meses, para trabajar mancomunadamente, pero creo que es necesario
fortalecer el diálogo. Considero que el problema de Barrillas es un problema
que se hubiera arreglado a través del dialogó, pero se esperó hasta que se
diera el asesinato de un líder. En el caso del estado de Sitio, el Gobierno lo
hubiera declarado en última instancia, porque solamente generó riesgo y presión
a la situación, y esto no ayuda a fortalecer la democracia entre las
comunidades.
¿Cuál es su reto personal?
Mi reto siempre ha sido San
marcos; sin embargo, tras esta decisión trataré de luchar y seguiré
fortaleciéndome como misionero para convertir a los habitantes en lo espiritual
y lo social, pues considero que van de la mano.
¿Cuál fue su experiencia en el
tema de la minería en San Marcos?
Considero que el tema de la
minería no es desarrollo económico ni social. Es un problema grave. Hace dos
semanas presenté un estudio para el cierre de la mina Marlin, y aunque todavía
tengo duda sobre el cierre, seguiremos tras el análisis y llevaremos el estudio
a Estados Unidos. La instalación de estas explotaciones la considero
inconstitucional, por no ser respetado el convenio 169 y ni la voz del pueblo.
¿Cómo enfrentará el conflicto por la hidroeléctrica en
Huehuetenango?
Habría que hacer un estudio,
pero considero que esa es una responsabilidad del Ministerio de Ambiente. Hay que ver el impacto ambiental, ya
que en estos casos nunca se hace a lo profundo, no existe información concreta
y que al final genera confusión dentro de la sociedad.
¿Cuál es su mensaje para la
población de los dos departamentos?
Decir a las comunidades de
Huehuetenango que mi único deseo es servir y que crezca la intervención del
Evangelio, pero también apoyaré al departamento para crecer en armonía, y los
atenderé tal como se merecen, para erradicar la problemática de las
comunidades. A la comunidad de San Marcos, decirles que me voy muy triste y me
duele mucho, pero que tengo que obedecer el mandato que se me ha asignado; sin
embargo, lucharé por ellos para que se hagan valer sus derechos.
Prensa Libre 19/05/2012
sabato 12 maggio 2012
608 - INAUGURATO PROGRAMMA NAZIONALE "ACQUA PER TUTTI"
Il programma nazionale per
il risanamento dell’acqua “Acqua per tutti” è stato inaugurato lunedì 23 aprile
con un fondo di $160 milioni, con l’appoggio del Governo spagnolo e della Banca
Interamericana per lo Sviluppo (BID), ed un contributo del Governo del
Guatemala.
Del totale, $100 milioni
corrispondono ad un contributo non rimborsabile della Spagna, mentre $50 sono
per crediti di un fondo del BID. Il paese apporterà, da parte sua, $10 milioni.
Attualmente si eseguono programmi per questo servizio per circa $38 milioni.
Il progetto prevede di
investire nel settore dell’acqua potabile e risanamento nelle zone rurali e
periferiche urbane a maggior tasso di povertà della nostra nazione, come parte
delle politiche portate avanti dall’Esecutivo.
La vicepresidente Roxana
Baldetti ha inaugurato l'attività e ha espresso rammarico perché la maggioranza
dei bambini all'interno del paese muoiono per diarrea o problemi intestinali
derivati della mancanza di acqua trattata e pulita.
Baldetti ha spiegato che nel
paese esistono 31.445 comunità che non hanno accesso ad acqua potabile, e negli
ultimi anni si è riuscito a rifornire solo 1.800 insediamenti umani.
"Questo è appena il 15%,
e per raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo
del Millennio dobbiamo arrivare al 70%", ha aggiunto.
L'ambasciatore della Spagna
in Guatemala, Manuel Lejarreta, ha spiegato i benefici della cooperazione che
sarà coordinata dall’Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale per lo
Sviluppo (AECID).
Ha sottolineato che del
totale dell'appoggio offerto dalla Spagna, il Guatemala è il secondo paese che
più riceve dopo Haiti.
Nel 2007, la Cooperazione
Spagnola ha coordinato una donazione per il Guatemala di US$100 milioni, circa Q770 milioni, per progetti di acqua potabile e
risanamento.
Secondo Baldetti, ad oggi si
utilizzano Q38 milioni di un primo pagamento di US$50 milioni, investiti in 180
progetti in 33 municipi di San Marcos, Quetzaltenango, Sololá e Chiquimula, raggruppati
in sei associazioni.
CEG notizie,
dal 24 al 30 aprile 2012
607 - LANZAN PROGRAMA NACIONAL “AGUA PARA TODOS”
El programa nacional para el saneamiento del
vital líquido Agua para todos fue lanzado el lunes 23 con un fondo de $160
millones, con apoyo del Gobierno español y el Banco Interamericano de
Desarrollo (BID), y un aporte del Gobierno de Guatemala.
Del total, $100 millones corresponden a un
aporte no reembolsable de España, mientras $50 son para créditos de un fondo
del BID. El país aportará, por su parte, $10 millones. Actualmente se ejecutan
programas para este servicio por unos $38 millones.
El proyecto pretende invertir en el sector de
agua potable y saneamiento en las zonas rurales y periféricas urbanas de mayor
pobreza de nuestra nación como parte de las políticas impulsadas desde el
Ejecutivo.
La vicepresidenta Roxana Baldetti inauguró la
actividad y dijo lamentar que la mayoría de los niños en el interior del país
mueren por diarreas o problemas intestinales derivados de la falta de agua
tratada y sana.
Baldetti, explicó que en el país existen 31
mil 445 comunidades que carecen de acceso a agua potable, y en los últimos años
se ha logrado abastecer solo a 1,800 asentamientos humanos.
“Esto es apenas el 15 por ciento, y para
cumplir con los Objetivos de Desarrollo del Milenio necesitamos llegar al 70
por ciento”, agrega la funcionaria.
El embajador de España en Guatemala, Manuel
Lejarreta, explicó los beneficios de la cooperación que será coordinada por
medio de la Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo
(AECID).
Resaltó que del total del apoyo brindado por
España, Guatemala es el segundo país que más recibe después de Haití.
En 2007, la Cooperación Española coordinó una
donación para Guatemala de US$100 millones (alrededor de Q770 millones) para proyectos de agua potable
y saneamiento.
Según Baldetti, a la fecha se ejecutan Q38
millones de un primer desembolso de US$50 millones invertidos en 180 proyectos
en 33 municipios de San Marcos, Quetzaltenango, Sololá y Chiquimula,
congregados en 6 mancomunidades.
CEG Resumen de noticias, del 24 al 30 de
abril de 2012
sabato 5 maggio 2012
606 - CIDH ASCOLTA DUE TESTIMONIANZE
La Corte Interamericana di Diritti umani (CIDH), che tiene udienze in Ecuador, ha realizzato una udienza pubblica per la domanda internazionale interposta dalle famiglie di 28 delle 183 vittime, che sono legalmente sostenute dalla Fundación Myrna Mack.
Durante l’atto, è stata ascoltata la testimonianza dell'analista Kate Doyle, del National Security Archive di Washington, la quale ha detto che secondo il Diario Militare e l'Archivio Storico della Polizia Nazionale "l'Esercito pianificò la strategia, e la polizia operò come strumento delle operazioni"
Kate Doyle indicò che "è fondamentale sottolineare che lo Stato del Guatemala ha occultato l'informazione sul conflitto armato interno",e le informazioni sono state scoperte per caso ritrovando l'Archivio della Polizia Nazionale.
Nell'udienza ha dichiarato anche Manuel Vásquez, della Procura, che ha confermato che l'Esercito non ha facilitato le informazioni relative ai casi di sparizione forzata. "Quelle informazioni furono bruciate", afferma Vásquez, che così ha detto al Ministero della Difesa.
La CIDH ha ascoltato la testimonianza di Efraín García, padre di Lucrecia García Escobar, rapita 30 anni fa. "Credo" che sia morta, dichiarò García, raccontando che l’ha cercata in ospedali e prigioni senza risultati.
Mentre l'udienza proseguiva a Guayaquil, Ecuador, familiari che non hanno potuto viaggiare si sono riuniti negli uffici della Fundación Myrna Mack. Lì era presente Natalia Gálvez, che reclama giustizia per la scomparsa di suo figlio Carlos Guillermo Ramírez Gálvez, sparito il 14 febbraio 1984.
"Willy è stato portato via", sono state le parole con le quali il marito di Natalia le diede la notizia. La madre di Guglielmo sa che lo torturarono per 21 giorni come risulta nel Diario Militare. Natalia non perde la speranza di "abbracciarlo", afferma.
CEG, 24 - 30 aprile 2012
Durante l’atto, è stata ascoltata la testimonianza dell'analista Kate Doyle, del National Security Archive di Washington, la quale ha detto che secondo il Diario Militare e l'Archivio Storico della Polizia Nazionale "l'Esercito pianificò la strategia, e la polizia operò come strumento delle operazioni"
Kate Doyle indicò che "è fondamentale sottolineare che lo Stato del Guatemala ha occultato l'informazione sul conflitto armato interno",e le informazioni sono state scoperte per caso ritrovando l'Archivio della Polizia Nazionale.
Nell'udienza ha dichiarato anche Manuel Vásquez, della Procura, che ha confermato che l'Esercito non ha facilitato le informazioni relative ai casi di sparizione forzata. "Quelle informazioni furono bruciate", afferma Vásquez, che così ha detto al Ministero della Difesa.
La CIDH ha ascoltato la testimonianza di Efraín García, padre di Lucrecia García Escobar, rapita 30 anni fa. "Credo" che sia morta, dichiarò García, raccontando che l’ha cercata in ospedali e prigioni senza risultati.
Mentre l'udienza proseguiva a Guayaquil, Ecuador, familiari che non hanno potuto viaggiare si sono riuniti negli uffici della Fundación Myrna Mack. Lì era presente Natalia Gálvez, che reclama giustizia per la scomparsa di suo figlio Carlos Guillermo Ramírez Gálvez, sparito il 14 febbraio 1984.
"Willy è stato portato via", sono state le parole con le quali il marito di Natalia le diede la notizia. La madre di Guglielmo sa che lo torturarono per 21 giorni come risulta nel Diario Militare. Natalia non perde la speranza di "abbracciarlo", afferma.
CEG, 24 - 30 aprile 2012
605 - CIDH ESCUCHA DOS TESTIMONIOS
La Corte Interamericana de Derechos Humanos
(CIDH), que sesiona en Ecuador, realizó la audiencia pública por la demanda
internacional interpuesta por familias de 28 de 183 víctimas, que son
acompañadas legalmente por la Fundación Myrna Mack.
Durante la diligencia se escuchó el testimonio
de la analista Katy Doyle, del National Security Archive de Washington, quien
dijo con base en el Diario Militar y el Archivo Histórico de la Policía
Nacional, que “el Ejército planificó la estrategia, y la policía fungió como
instrumento de las operaciones”
Kate Doyle indicó que “es clave destacar que
el Estado de Guatemala ha ocultado la información sobre el conflicto armado
interno” y la que hay se detectó por casualidad al descubrir el Archivo de la
Policía Nacional.
En la audiencia también declaró Manuel
Vásquez, de la Fiscalía, quien confirmó que el Ejército no ha facilitado
información relativa a los casos de desaparición forzada. “Esa información fue
quemada”, afirma Vásquez que le expresó el Ministerio de la Defensa.
La CIDH escuchó el testimonio de Efraín
García, padre de Lucrecia García Escobar, secuestrada hace 30 años. “Creo que
está muerta”, declaró García al contar que la buscó en hospitales y cárceles
sin resultados.
Mientras la audiencia se desarrollaba en
Guayaquil, Ecuador, familiares que no pudo viajar se concentró en las oficinas
de la Fundación Myrna Mack. Ahí estaba
Natalia Gálvez, quien reclama justicia por la desaparición de su hijo Carlos
Guillermo Ramírez Gálvez, desaparecido el 14 de febrero de 1984.
“A Willy se lo llevaron”, fueron las palabras
con que el esposo de Natalia le dio la noticia. La madre de Guillermo sabe que
lo torturaron durante 21 días según consta en el Diario Militar. Natalia no
pierde la esperanza de “abrazarlo”, afirma.
CEG, 24 - 30 de abril de 2012
martedì 1 maggio 2012
604 - AUMENTA SPESA MILITARE NEGLI ULTIMI ANNI A CONFRONTO CON GLI INVESTIMENTI SOCIALI
Membri dell'organizzazione Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM) hanno segnalato che negli ultimi anni la spesa militare è aumentata, mentre gli investimenti sociali in temi come educazione, salute e sviluppo ambientale non ha ricevuto un importante budget.
Mynor Alvarado, coordinatore legale del GAM, ha sottolineato che il paese non investe ancora le sue risorse in problemi come la denutrizione e l'analfabetismo; le risorse devono essere concentrate sulle necessità della popolazione, ha sottolineato.
Alvarado ha detto che il tema della sicurezza è una delle necessità della popolazione, ma che per 15 anni l'esercito è stato per le strade e non è riuscito a ridurre questo fenomeno; si dovrebbe avere più intelligenza e programmazione, ha detto.
Secondo informazioni del GAM, nel 2012 sono stati assegnati al Ministero della Difesa Q1.654.912.072, cifra che viene dall'anno 2008; in un lasso di 5 anni il budget dell'esercito è aumentato di oltre 389 milioni, cifra che il GAM considera elevata, poiché dalla firma della pace non si giustifica.
Karla Campos, assessore giuridico di quell'organizzazione, ha paragonato la spesa militare con l'investimento sociale nel paese, segnalando che si destina tre volte più risorse all'acquisto di armamenti che all'acquisizione di libri per l’insegnamento nell'educazione basilare.
Secondo la ONG, investire il doppio del budget che fa attualmente in infrastruttura in salute in 14 dipartimenti beneficerebbe oltre ad otto milioni di persone, hanno assicurato i rappresentanti dell'organizzazione.
Il GAM ha fatto un appello perché il tema della spesa militare si discuta, dato che considera che non si possono investire cifre più basse in argomenti tanto importanti come l'educazione e la salute, e che le risorse devono dirigersi a migliorare i livelli di vita della popolazione guatemalteca.
Adital, 18/04/2012
Mynor Alvarado, coordinatore legale del GAM, ha sottolineato che il paese non investe ancora le sue risorse in problemi come la denutrizione e l'analfabetismo; le risorse devono essere concentrate sulle necessità della popolazione, ha sottolineato.
Alvarado ha detto che il tema della sicurezza è una delle necessità della popolazione, ma che per 15 anni l'esercito è stato per le strade e non è riuscito a ridurre questo fenomeno; si dovrebbe avere più intelligenza e programmazione, ha detto.
Secondo informazioni del GAM, nel 2012 sono stati assegnati al Ministero della Difesa Q1.654.912.072, cifra che viene dall'anno 2008; in un lasso di 5 anni il budget dell'esercito è aumentato di oltre 389 milioni, cifra che il GAM considera elevata, poiché dalla firma della pace non si giustifica.
Karla Campos, assessore giuridico di quell'organizzazione, ha paragonato la spesa militare con l'investimento sociale nel paese, segnalando che si destina tre volte più risorse all'acquisto di armamenti che all'acquisizione di libri per l’insegnamento nell'educazione basilare.
Secondo la ONG, investire il doppio del budget che fa attualmente in infrastruttura in salute in 14 dipartimenti beneficerebbe oltre ad otto milioni di persone, hanno assicurato i rappresentanti dell'organizzazione.
Il GAM ha fatto un appello perché il tema della spesa militare si discuta, dato che considera che non si possono investire cifre più basse in argomenti tanto importanti come l'educazione e la salute, e che le risorse devono dirigersi a migliorare i livelli di vita della popolazione guatemalteca.
Adital, 18/04/2012
603 - AUMENTA GASTO MILITAR EN LOS ÚLTIMOS AÑOS EN COMPARACIÓN A LA INVERSIÓN SOCIAL
Miembros de la organización Grupo de Apoyo Mutuo (GAM) señalaron que en los últimos años el gasto militar ha aumentado, mientras que la inversión social en temas como educación, salud y desarrollo ambiental no recibe un importante presupuesto.
Mynor Alvarado, coordinador legal del GAM, destacó que el país aún no invierte sus recursos en problemas como la desnutrición y el analfabetismo; los recursos deben enfocarse en las necesidades de la población, indicó.
Alvarado dijo que el tema de seguridad es una de las necesidades de la población, pero que durante 15 años el ejército ha estado en las calles y no ha logrado reducir este fenómeno; valdría tener más inteligencia y planificación, anotó.
De acuerdo con la información del GAM, en 2012 se asignaron al Ministerio de la Defensa Q1, 654.912.072, alza que viene desde el año 2008; en un lapso de 5 años el presupuesto del ejército subió más de 389 millones, cifra que el GAM considera elevada, ya que desde la firma de la paz no se justifica.
Karla Campos, asesora jurídica de esa organización comparó el gasto militar con la inversión social en el país al señalar que se destina tres veces más presupuesto a la compra de armamento que a la adquisición de libros de enseñanza en la educación básica.
A decir de la ONG, invertir el doble del presupuesto que actualmente lo hace en infraestructura en salud en 14 departamentos, beneficiaría a más de ocho millones de personas, aseguraron los representantes de la organización.
El GAM hizo un llamado para que el tema del gasto militar se ponga sobre la mesa ya que considera que no se puede invertir cifras más bajas en rubros tan importantes como la educación y la salud y que los recursos deben dirigirse a mejorar los niveles de vida de la población guatemalteca.
Adital, 18/04/2012
Mynor Alvarado, coordinador legal del GAM, destacó que el país aún no invierte sus recursos en problemas como la desnutrición y el analfabetismo; los recursos deben enfocarse en las necesidades de la población, indicó.
Alvarado dijo que el tema de seguridad es una de las necesidades de la población, pero que durante 15 años el ejército ha estado en las calles y no ha logrado reducir este fenómeno; valdría tener más inteligencia y planificación, anotó.
De acuerdo con la información del GAM, en 2012 se asignaron al Ministerio de la Defensa Q1, 654.912.072, alza que viene desde el año 2008; en un lapso de 5 años el presupuesto del ejército subió más de 389 millones, cifra que el GAM considera elevada, ya que desde la firma de la paz no se justifica.
Karla Campos, asesora jurídica de esa organización comparó el gasto militar con la inversión social en el país al señalar que se destina tres veces más presupuesto a la compra de armamento que a la adquisición de libros de enseñanza en la educación básica.
A decir de la ONG, invertir el doble del presupuesto que actualmente lo hace en infraestructura en salud en 14 departamentos, beneficiaría a más de ocho millones de personas, aseguraron los representantes de la organización.
El GAM hizo un llamado para que el tema del gasto militar se ponga sobre la mesa ya que considera que no se puede invertir cifras más bajas en rubros tan importantes como la educación y la salud y que los recursos deben dirigirse a mejorar los niveles de vida de la población guatemalteca.
Adital, 18/04/2012
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