Dopo avere camminato 275 km per nove giorni per rivendicare il rispetto dei popoli indigeni, l’accesso al credito per gli agricoltori ed il titolo giuridico di proprietà delle loro terre, tra le altre richieste, indigeni e contadini guatemaltechi sono arrivati i 27 marzo nella capitale del paese, Città del Guatemala, per dialogare con i tre poteri dello Stato ed ottenere la soluzione effettiva alle loro domande.
Uomini, donne e bambini che parteciparono alla marcia sono arrivati al loro destino il giorno waxaqib batz, quando è iniziato il calendario Cholq'ij, tuttavia, le festività diedero spazio per la continuità della lotta. Per quel motivo, alla conclusione della marcia, varie commissioni si sono divise per distribuire le loro domande tra i tre poteri. In totale, gli indigeni e contadini hanno presentato 68 domande suddivise in sei aree.
Al Potere Giudiziario hanno chiesto la liberazione di decine di leader che sono detenuti. Al Legislativo, hanno chiesto il compimento dell'iniziativa di Legge nº 4084 sullo Sviluppo Rurale Integrale e l'approvazione delle iniziative di legge vincolate al compimento dell'Accordo di Pace su Identità e Diritto dei Popoli Indigeni, tra esse l'iniziativa di legge 4087 su Mezzi di Comunicazione Comunitaria.
Al potere esecutivo è demandata la responsabilità di decidere sulla situazione delle famiglie di Polochic, scacciate violentemente l'anno scorso dei loro territori ancestrali. La risoluzione del conflitto agrario è al centro delle rivendicazioni e deve essere analizzata con più attenzione, dunque, secondo gli indigeni e i contadini, la mancanza di terre è il fattore primordiale che mantiene queste popolazioni in condizioni di povertà.
Oltre a ricevere le richieste in una riunione realizzata ieri, il Governo ha garantito il compimento di tutte. Nonostante ciò, ha manifestato che sarà necessario qualche tempo per dare le risposte attese, perché alcuni problemi sono antichi. Le negoziazioni sono iniziate all’alba e ricominciate oggi. Nel frattempo, uomini, donne e bambini che avevano partecipato alla marcia aspettavano accampati nella Piazza della Costituzione.
Dopo ore di dialogo, furono definiti alcuni punti. Sul ritiro dei militari da aree di conflitto per il possesso di terra, è stato deciso che saranno consultate le autorità locali. In relazione alla cancellazione delle licenze di sfruttamento minerario, Adrián Zapata, delegato presidenziale di Sviluppo Rurale, disse che non si può ignorare lo stato di diritto con i progetti che sono in fase di esecuzione. E sugli sgombri nella Valle del Polochic la promessa è stata di assistere 200 famiglie, numero molto inferiore alle 800 famiglie che devono riprendersi le loro terre. I contadini stanno chiedendo l'inclusione di oltre 100 famiglie.
Nove giorni di marcia
Per nove giorni, uomini, donne e bambini, contadini e indigeni hanno camminato da Coban verso Città del Guatemala, seminando un messaggio di lotta per la terra e di rispetto ai diritti dei popoli originari. Alla fine del percorso sono stati ricevuti con una festa ed una cerimonia maya intorno al fuoco sacro per celebrare il waxaqib batz. I manifestanti sono arrivati per consegnare le loro domande alle istanze di governo e garantirono che toglieranno il loro accampamento della Piazza della Costituzione solo dopo la risoluzione dei loro principali problemi.
Nel caso che questo non succeda, manifestazioni pacifiche si estenderanno durante la Settimana Santa e fino a che il Governo decida di prendere posizione a beneficio degli indigeni e dei contadini. I manifestanti segnalano che lo sviluppo degli avvenimenti è sotto responsabilità delle autorità.
Adital, 28/03/12