Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


giovedì 26 aprile 2012

602 - CITTADINI DI SAN MARCOS COMMEMORANO IL 14° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI JUAN GERARDI


Oltre quattromila persone hanno camminato sabato tra la città di San Marcos e San Pedro Sacatepéquez, San Marcos, per commemorare il 14° anniversario dell'assassinio del vescovo Juan Gerardi.
Religiosi, sindacalisti, studenti e leader comunitari hanno percorso i due chilometri tra entrambe le città, con striscioni e cartelli che ricordano la memoria di monsignor Gerardi, assassinato il 26 aprile 1998 nella casa parrocchiale di San Sebastián, nella capitale guatemalteca.
Monsignor Álvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos, che ha presieduto la marcia, ha detto che Gerardi è un martire per recuperare la memoria storica del conflitto armato interno, motivo per il quale assassinato.
Ha sottolineato che Gerardi riuscì la creazione dell'Ufficio di Diritti umani dell'Arcivescovado (Odhag), per agire contro la "violenza sfrenata e qualunque violazione dei diritti umani."
"Gerardi era convinto che dobbiamo vivere in pace mediante la riconciliazione", ha ricordato Ramazzini.
Il religioso ha espresso la sua preoccupazione perché la povertà e l'ingiustizia sociale, cause del conflitto armato interno che causò 200.000 morti e durò 36 anni in Guatemala, perdurano fino ad ora.
Nel frattempo, nella Chiesa di San Sebastián, nella capitale, si è celebrata una funzione ecumenica, durante la quale si è ricordata la memoria del religioso.
Il popolo cattolico può accorrere alle catacombe della Cattedrale Metropolitana, nella 8 avenida, tra la 8 e 6 strada, per rendere omaggio alla tomba di Gerardi.
Prensa Libre, 21/04/12 

601 - MARQUENSES CONMEMORAN 14 ANIVERSARIO DE LA MUERTE DE JUAN GERARDI

Más de cuatro mil personas caminaron este sábado entre la cabecera y San Pedro Sacatepéquez, San Marcos, para conmemorar el 14 aniversario del asesinato del obispo Juan Gerardi.
Religiosos, sindicalistas, estudiantes y líderes comunitarios caminaron dos kilómetros entre ambas ciudades, con pancartas y cartulinas que evocaban la memoria monseñor Gerardi, asesinado
el 26 de abril de 1998 en la casa parroquial de San Sebastián, en la capital guatemalteca.
Monseñor Álvaro Ramazzini, obispo de San Marcos, quien presidió la marcha, dijo que Gerardi es un mártir por recuperar la memoria histórica del conflicto armado interno, por lo cual fue asesinado.
Señaló que Gerardi logró la creación de la Oficina de Derechos Humanos del Arzobispado (Odhag) para actuar contra la “violencia desenfrenada y cualquier violación de los derechos humanos”.
“Gerardi estaba convencido de que debemos vivir en paz mediante la reconciliación”, recordó Ramazzini.
El religioso expresó su preocupación por que la pobreza y la injusticia social las causas del conflicto armado interno que causó 200 mil muertes y duró 36 años en Guatemala, las cuales perduran hasta ahora.
Mientras tanto, en la Iglesia de San Sebastián, en la capital, se celebró una actividad ecuménica donde también se evocó la memoria del religioso.
El pueblo católico puede acudir
a las catacumbas de la Catedral Metropolitana, en la 8 avenida entre 8 y 6 calle, para presenciar la tumba de Gerardi.
Prensa Libre, 21/04/12

giovedì 19 aprile 2012

600 - IL GOVERNO CONTRADDICE LE PROMESSE AGLI AGRICOLTORI

I leader di San Juan Sacatepequez negano di aver richiesto la brigata militare. Ramazzini afferma che il Presidente ha detto che le brigate sarebbero inviate dove richiesto.
Organizzazioni degli agricoltori hanno criticato la recente decisione annunciata dagli organi legislativi ed esecutivi, di installare due nuove brigate militari e escludere la discussione della legge sullo sviluppo rurale dall'ordine del giorno del Congresso. "Per noi vuol dire il mancato rispetto degli impegni che il governo si è assunto con le organizzazioni contadine e popolari. Ci sono testimoni di questi impegni ", ha detto Aparicio Perez, un leader indigeno.
A San Juan Sacatepequez, circa 500 leader della comunità e i sindaci si sono riuniti fuori dal municipio ieri per rifiutare l'installazione della brigata Alejandro Gramajo, annunciata dal Ministero della Difesa la settimana scorsa, composta da 500 uomini. Tra le altre cose, il sindaco del Comune ha chiesto di rendere pubblico il rifiuto di questa brigata, come promesso, e che facessero risultare negli atti del consiglio l’opposizione delle autorità indigene.
"Brigate su richiesta dei cittadini"
"Si tratta di una informazione sorprendente. In nessun momento abbiamo richiesto una brigata militare, e abbiamo già comunicato al Presidente che San Juan non è disposto a ricevere la brigata militare. A quella tavola di dialogo si è impegnato a dire che non avrebbe installato una brigata militare dove vi erano interessi di una compagnia mineraria ", ha detto Mauro Cotzajay, portavoce delle 12 comunità indigene di San Juan Sacatepequez.
Il vescovo della diocesi di San Marcos, Monsignor Alvaro Ramazzini, che ha agito come testimone d'onore di questo incontro, ha confermato queste parole. "Il presidente ha detto che avrebbe installato brigate militari solo se la gente lo avesse chiesto", ha detto.
Per Cotzajay, l'installazione di questa brigata è nell'interesse del cementificio e non della criminalità, per la quale - ha detto - San Juan ha già costituito giunte di sicurezza a richiesta del Vice ministro Comunitario per la Prevenzione della criminalità, dipendente dal Ministero dell’Interno.
Deputati tutelano i loro interessi
Per quanto riguarda la legge sullo sviluppo rurale, come riportato in un documento del 27 marzo firmata da tutti i partiti,questi si sono impegnati ad analizzarla d’urgenza in plenaria. Il disegno di legge, tuttavia, è stato ritirato dall'ordine del giorno dal Partito Patriota, CREO, FRG e UCN, proponendo un nuovo pacchetto di leggi economiche.
Per Daniel Pascual, coordinatore del Comitato per l'Unità Contadina (CUC), una delle cose che hanno influenzato questa decisione è stata una pubblicità pagata dalla Camera dell'Agricoltura, nella quale ha sostenuto che la legge "contiene una serie di incostituzionalità e".
"Purtroppo questo Congresso, in cui ci sono nuovi deputati, commette gli stessi errori del precedente. Cioè, dare più importanza ai propri interessi personali o di partito politico, piuttosto che alle reali necessità in Guatemala", ha detto Ramazzini.
El Periodico, 18/04/2012

599 - GOBIERNO CONTRADICE PROMESAS A CAMPESINOS

Líderes de San Juan Sacatepéquez niegan haber solicitado brigada militar. Ramazzini indica que el Presidente aseguró que instalarían donde fuera solicitado.
Organizaciones campesinas criticaron las últimas decisiones anunciadas por los organismos Legislativo y Ejecutivo, de instalar dos nuevas brigadas militares y retirar la discusión de la Ley de Desarrollo Rural de la agenda del Congreso. “Para nosotros significa el incumplimiento de honrar los compromisos que el Gobierno asumió con las organizaciones campesinas y populares. Hay testigos de honor de estos compromisos”, dijo Aparicio Pérez, líder indígena.
En San Juan Sacatepéquez, cerca de 500 líderes y alcaldes comunitarios se reunieron ayer frente a la municipalidad para rechazar la instalación de la brigada Alejandro Gramajo, anunciada por el Ministerio de Defensa la semana última, que contará con 500 efectivos. Entre otros aspectos, solicitaron al alcalde de este municipio que hiciera público el rechazo a esta brigada, tal como les prometió, y que hiciera constar en acta del concejo la oposición de las autoridades indígenas.
“Brigadas a petición de los ciudadanos”
“Es una información sorprendente. Nosotros en ningún momento solicitamos una brigada militar, y ya trasladamos al Presidente que San Juan no está dispuesto para recibir una. En esa mesa él se comprometió en decir que no la iba a instalar donde había intereses de una empresa minera”, aseguró Mauro Cotzajay, vocero de las 12 comunidades indígenas de San Juan Sacatepéquez.
El obispo de la Diócesis de San Marcos, monseñor Álvaro Ramazzini, quien actuó como testigo de honor en esta reunión, confirmó estas palabras. “El Presidente dijo que instalarían brigadas si la población lo pedía”, dijo.
Para Cotzajay, la instalación de esta brigada responde a los intereses de la cementera y no de la criminalidad, para la cual- aseguró- San Juan ya creó juntas de seguridad a petición del Viceministerio Comunitario de Prevención del Delito, dependiente de Gobernación.
Diputados velan por sus intereses
En cuanto a la Ley de Desarrollo Rural, según consta en un documento del 27 de marzo firmado por todos los jefes de bancada, éstos se comprometieron a conocerla de urgencia en el pleno. La propuesta de ley, sin embargo, fue retirada de la agenda por el Partido Patriota, Creo, FRG y UCN, al tiempo que proponían un nuevo paquete de leyes económicas.
Para Daniel Pascual, coordinador del Comité de Unidad Campesina (CUC), uno de los aspectos que influyó en esta decisión fue el campo pagado por la Cámara del Agro donde aseguraban que le Ley de Desarrollo Rural “contiene una serie de inconstitucionalidades”.
"Lamentablemente este Congreso, en el que hay nuevos diputados, comete los mismos errores que los anteriores. Es decir, que le dan más importancia a sus intereses personales o políticos partidistas que a las necesidades reales en Guatemala", agregó Ramazzini.
El Periodico, 18/04/2012

sabato 14 aprile 2012

598 - INACIF REGISTRA 1.257 ASSASSINII NEI TRE MESI DELL'ANNO 2012

Secondo statistiche dell'Istituto Nazionale di Scienze Forensi (Inacif), nei primi tre mesi dell'anno sono morti in modo violento, 1.257 persone, una media di 13 ogni giorno. Secondo le autorità, 1.152 di quei crimini sono stati causati da armi ed il resto, con armi bianche ed altre forme di violenza. Le autorità hanno spiegato che in gennaio si sono registrate 442 morti violente, in febbraio 392, e in marzo 423.
I registri dell'INACIF sottolineano che ci sono stati 135 femminicidi. La notizia segnala che tra gennaio e marzo sono morte per armi da fuoco 113 donne e 21 come conseguenza di attacchi con arma bianca.
Guatemala appare come il dipartimento dove si è registrato il maggiore numero di morti violente: 488, nei primi mesi del 2012: in gennaio ci furono 173 morti; in febbraio 151, ed in marzo 164; cioè, una media di 5,36 morti al giorno. Seguono Escuintla, con 138 morti; Chiquimula, 74; Santa Rosa, 65, ed Izabal, con 64.
Lewis Logan, governatore di Escuintla, ha spiegato che non tutti i municipi di quel dipartimento, sono violenti. "Il problema è che in alcuni posti c‘è maggior violenza e ciò fa si che l'indice di violenza si alzi" spiegò.
Centro de Estudios de Guatemala, 1-10 aprile 2012

597 - INACIF REGISTRA 1.257 ASESINATOS DURANTE LOS TRES MESES DEL AÑO 2012

De acuerdo con estadísticas del Instituto Nacional de Ciencias Forenses (Inacif), en los primeros tres meses del año han muerto de forma violenta, mil 257 personas (un promedio de 13 cada día).  Según las autoridades, mil 152 de esos crímenes fueron causados con armas de fuego y el resto, con armas blancas y otras formas de violencia. Las autoridades explicaron que en enero se registraron 442 muertes violentas, en febrero, 392, y en marzo, 423.
Los registros del INACIF destacan que se han registrado 135 femicidios. El reporte señala que entre enero y marzo murieron a balazos 113 mujeres y 21 a consecuencia de ataques con arma blanca.
Guatemala aparece como el departamento donde se registró el mayor número de muertes violentas (488) en lo que va del 2012: En enero hubo 173 muertes; en febrero 151, y en marzo, 164; es decir, un promedio de 5.36 muertes al día. Le siguen Escuintla, con 138 muertes; Chiquimula, 74; Santa Rosa, 65, e Izabal, con 64.
Lewis Logan, gobernador de Escuintla, explicó que no todos los municipios de ese departamento, son violentos. “El problema es que en algunos lugares hay más violencia y eso hace que suba el índice de violencia” explicó.
Centro de Estudios de Guatelama, 1-10 abril 2012

venerdì 6 aprile 2012

596 - SI CONCLUDE LA MARCIA E LEADER INIZIANO NEGOZIATI CON GOVERNO

Dopo avere camminato 275 km per nove giorni per rivendicare il rispetto dei popoli indigeni, l’accesso al credito per gli agricoltori ed il titolo giuridico di proprietà delle loro terre, tra le altre richieste, indigeni e contadini guatemaltechi sono arrivati i 27 marzo nella capitale del paese, Città del Guatemala, per dialogare con i tre poteri dello Stato ed ottenere la soluzione effettiva alle loro domande.
Uomini, donne e bambini che parteciparono alla marcia sono arrivati al loro destino il giorno waxaqib batz, quando è iniziato il calendario Cholq'ij, tuttavia, le festività diedero spazio per la continuità della lotta. Per quel motivo, alla conclusione della marcia, varie commissioni si sono divise per distribuire le loro domande tra i tre poteri. In totale, gli indigeni e contadini hanno presentato 68 domande suddivise in sei aree.
Al Potere Giudiziario hanno chiesto la liberazione di decine di leader che sono detenuti. Al Legislativo, hanno chiesto il compimento dell'iniziativa di Legge nº 4084 sullo Sviluppo Rurale Integrale e l'approvazione delle iniziative di legge vincolate al compimento dell'Accordo di Pace su Identità e Diritto dei Popoli Indigeni, tra esse l'iniziativa di legge 4087 su Mezzi di Comunicazione Comunitaria.
Al potere esecutivo è demandata la responsabilità di decidere sulla situazione delle famiglie di Polochic, scacciate violentemente l'anno scorso dei loro territori ancestrali. La risoluzione del conflitto agrario è al centro delle rivendicazioni e deve essere analizzata con più attenzione, dunque, secondo gli indigeni e i contadini, la mancanza di terre è il fattore primordiale che mantiene queste popolazioni in condizioni di  povertà.
Oltre a ricevere le richieste in una riunione realizzata ieri, il Governo ha garantito il compimento di tutte. Nonostante ciò, ha manifestato che sarà necessario qualche tempo per dare le risposte attese, perché alcuni problemi sono antichi. Le negoziazioni sono iniziate all’alba e ricominciate oggi. Nel frattempo, uomini, donne e bambini che avevano partecipato alla marcia aspettavano accampati nella Piazza della Costituzione.
Dopo ore di dialogo, furono definiti alcuni punti. Sul ritiro dei militari da aree di conflitto per il possesso di terra, è stato deciso che saranno consultate le autorità locali. In relazione alla cancellazione delle licenze di sfruttamento minerario, Adrián Zapata, delegato presidenziale di Sviluppo Rurale, disse che non si può ignorare lo stato di diritto con i progetti che sono in fase di esecuzione. E sugli sgombri nella Valle del Polochic la promessa è stata di assistere 200 famiglie, numero molto inferiore alle 800 famiglie che devono riprendersi le loro terre. I contadini stanno chiedendo l'inclusione di oltre 100 famiglie.
Nove giorni di marcia
Per nove giorni, uomini, donne e bambini, contadini e indigeni hanno camminato da Coban verso Città del Guatemala, seminando un messaggio di lotta per la terra e di rispetto ai diritti dei popoli originari. Alla fine del percorso sono stati ricevuti con una festa ed una cerimonia maya intorno al fuoco sacro per celebrare il waxaqib batz. I manifestanti sono arrivati per consegnare le loro domande alle istanze di governo e garantirono che toglieranno il loro accampamento della Piazza della Costituzione solo dopo la risoluzione dei loro principali problemi.
Nel caso che questo non succeda, manifestazioni pacifiche si estenderanno durante la Settimana Santa e fino a che il Governo decida di prendere posizione a beneficio degli indigeni e dei contadini. I manifestanti segnalano che lo sviluppo degli avvenimenti è sotto responsabilità delle autorità.
Adital, 28/03/12

595 - MARCHA LLEGA A SU FIN Y LÍDERES INICIAN NEGOCIACIONES CON GOBIERNO

Después de caminar 275 km durante nueve días para reivindicar el respeto a los pueblos originarios, acceso al crédito para los agricultores y el título jurídico de propiedad de sus tierras, entre otras demandas, indígenas y campesinos/as guatemaltecos llegaron ayer (27) a la capital del país, ciudad de Guatemala, para dialogar con los tres poderes del Estado y conseguir la resolución efectiva de sus demandas.
Hombres, mujeres y niños que participaron en la marcha llegaron a su destino el día waxaqib batz, cuando inició el calendario Cholq'ij, sin embargo, las festividades dieron espacio para la continuidad de la lucha. Por eso, al llegar, varias comisiones se dividieron para distribuir sus demandas entre los tres poderes. En total, los indígenas y campesinos suman 68 demandas distribuidas en seis áreas.
Al Poder Judicial le solicitaron la liberación de decenas de líderes que están detenidos. Al Legislativo, le pidieron el cumplimiento de la iniciativa de Ley nº 4084 sobre Desarrollo Rural Integral y la aprobación de las iniciativas de ley vinculadas con el cumplimiento del Acuerdo de Paz sobre Identidad y Derecho de los Pueblos Indígenas, entre ellas la iniciativa de ley 4087 sobre Medios de Comunicación Comunitaria.
Al Ejecutivo le cupo la responsabilidad de decidir sobre la situación de las familias de Polochic, desalojadas violentamente de sus territorios ancestrales el año pasado. La resolución del conflicto agrario está en el centro de las reivindicaciones y debe ser analizado con más detenimiento, pues, según los indígenas y campesinos, la falta de tierras es el factor primordial para el mantenimiento de estas poblaciones en la pobreza.
Además de recibir las demandas en una reunión realizada ayer, el Gobierno garantizó el cumplimiento de todas ellas. A pesar de esto, manifestó que será necesario algún tiempo para dar las respuestas esperadas, pues algunos problemas son antiguos. Las negociaciones entraron por la madrugada y fueron reiniciadas hoy. Mientras tanto, hombres, mujeres y niños que habían participado en la marcha esperaban acampados en la Plaza de la Constitución.
Después de horas de diálogo, quedaron definidos algunos puntos. Sobre el retiro de los militares de áreas de conflicto por la posesión de tierra se definió que las autoridades locales serán consultadas. En relación con la cancelación de las licencias de explotación minera, Adrián Zapata, comisionado presidencial de Desarrollo Rural, dijo que no se puede ignorar el Estado de Derecho con los proyectos que están en proceso. Y sobre los desalojos en el Valle del Polochic la promesa fue de atender a 200 familias, número muy inferior a las 800 familias que necesitan retomar sus tierras. Los campesinos están pidiendo la inclusión de más de 100 familias.
Nueve días de marcha
Durante nueve días, hombres, mujeres y niños, campesinos/as e indígenas caminaron de Coban rumbo a la ciudad de Guatemala esparciendo un mensaje de lucha por la tierra y de respeto a los derechos de los pueblos originarios. Al final del recorrido fueron recibidos con fiesta y una ceremonia maya en torno del fuego sagrado para celebrar el waxaqib batz. Los manifestantes llegaron para entregar sus demandas a las instancias del gobierno y garantizaron que sólo levantarán campamento de la Plaza de la Constitución después de la resolución de sus principales problemas.
En el caso que esto no ocurra, manifestaciones pacíficas se extenderán durante Semana Santa y hasta que el Gobierno decida posicionarse a favor de los indígenas y campesinos. Los manifestantes señalan que el desarrollo de los acontecimientos es de responsabilidad de las autoridades.
Adital, 28/03/12